Dolores
Haze ha solo dodici anni quando a condividere l’abitazione, oltre a sua madre,
arriva Humbert Humbert, insegnante quarantenne, che si innamora di lei. E’ il
peccato della pedofilia a fare infatti da cornice all’intero romanzo, della
trasgressione, dello spingersi al limite. La quasi fanciullezza di Lolita, così
la chiama il protagonista, verrà strappata via senza far rumore. Il rapporto
tra carnefice e vittima è descritto senza veli, in modo crudo e
sorprendentemente elegante. Una scrittura estremizzata, ricercata e fuori dagli
schemi, con un attenzione maniacale ai dettagli che sembrano, talvolta,
somatizzare la psicologia dei personaggi. Entri nella mente del pedofilo e
ripercorri la sua storia, ti ci immedesimi in essa, ti spaventi ma allo stesso
tempo sei incuriosito dall’attrazione che provi verso qualcosa che non conosci,
e così continui a leggere con la pelle d’oca e la tensione che cresce, come un
bambino che toccato il fuoco si scotta e si ritrae, ma cerca lo stesso di
sentirne il calore. Lolita di Nabokov è un libro struggente, con ambientazioni
oniriche, di lettura impegnativa, che sa dare emozioni forti ed intense al lettore.
Lo consiglio a tutti per il messaggio che porta, per come viene analizzato il
comportamento dell’essere umano e per tutti quei particolari che fanno la
differenza.
Baiguini
Giorgio 4^C Scientifico
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