L’autrice immagina che Ada Lovelace, ormai al termine della
sua breve vita, ci racconti la sua vita: ripensa ai figli ormai lontani,
all’inesistente rapporto con il padre, il famoso poeta George Byron, rivive il
rapporto conflittuale con la madre, che costituisce la parte centrale del
libro.
Dovremmo conoscere tutti la figura di Ada, se non altro
perché le siamo debitori: l’incontro con Charles Babbage, a una delle serate
organizzate proprio a casa del matematico, le apre la mente, “Finalmente
qualcuno che non ripete le stesse cose degli altri. Che si sforza di capire i problemi
e di farli comprendere usando immagini fantasiose o comunque mai banali. Quella
sera, il padrone di casa ci ha parlato della sua Macchina delle differenze, una
meraviglia dell’intelletto umano.” La Macchina delle differenze è un congegno
pensato per eseguire i calcoli e sostituirsi alle persone nell’esecuzione di
questo compito e, insieme alla macchina analitica, è il predecessore degli
odierni computer.
Con le sue illustrazioni e con un linguaggio semplice, il
libro è adatto anche ai ragazzi delle medie, perciò sicuramente consigliato per
il biennio. Ada ha davvero precorso i tempi e, in questo libro, ci presenta
tutto il fascino degli inizi.
Daniela Molinari
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