mercoledì 10 dicembre 2014

H.Mankell, L'occhio del leopardo, Marsilio 2014

Due luoghi emblematicamente opposti, la Svezia e l’Africa, sono i luoghi in cui si svolgono le vicende  di questo romanzo di Mankell. Il Protagonista, Hans Olofson, cerca in un viaggio in Africa, appropriandosi di un sogno non suo, di trovare un luogo in cui placare il senso di smarrimento e di estraneità che lo tormenta nella fredda Svezia. L’Africa, che doveva essere un momento di ricerca ed evasione finisce per diventare allo stesso tempo la sua vita e la sua prigione. Fallimentare sarà il suo tentativo di costruire una nuova realtà sociale con i neri sfruttati dai coloni bianchi. L’odio e l’insofferenza di coloro che per tanto tempo hanno vissuto in schiavitù sfocerà in un desiderio di vendetta brutale che niente potrà arginare. E la paura sarà ciò che solo gli rimane del sogno africano.
Famoso giallista, Mankell è anche autore di romanzi in cui il continente africano è protagonista; egli stesso vive tra la Svezia e l’Africa, continente di cui sa cogliere la profonda bellezza ma anche le drammatiche contraddizioni e gli squilibri sociali.
Romanzo a tratti crudo come la realtà che vuole descrivere, pur senza raggiungere i tratti poetici di Comédia infantil è una lettura di sicuro interesse.

Francesca




martedì 9 dicembre 2014

Sara Rattaro, Niente è come te

Francesco e Margherita sono padre e figlia. Quest'ultima ha 15 anni e non vede il padre da dieci e, perché la moglie Angelika, con la scusa di un viaggio di piacere parte per la Danimarca con la bimba, non permettendo più al padre di vederla. La donna muore prematuramente, durante l'adolescenza della figlia, che è ritratta in apertura libro in procinto di tornare in Italia dal padre. Inizia così per la ragazza un lungo viaggio, la cui prima tappa sarà l'incontro con il padre, che non vedeva da dieci anni, in un Paese, di cui aveva ricordi assai vaghi.

Dionisia

Seneca a Lucilio

Eccomi di nuovo con un'altra lettera di Seneca a Lucilio.
Durante l'ultima riunione di Webook, per il cui appuntamento ci si era accordati per la lettura di un libro sulla tematica del viaggio, ho accennato all'epistola in questione, in cui Seneca esprime il suo punto di vista in merito all'eventualità di intraprendere un viaggio, come possibile soluzione-distrazione per affrontare un difficile periodo della propria esistenza.  Leggiamo cosa dice al proposito un filosofo, che ancora oggi dopo più di 2000 anni riesce  ad essere attuale.

Libri e viaggi

Ecco un elenco di libri che hanno per tema il viaggio, proposto dalla prof.ssa Giovanna Mazzucchelli

LIBRI SUL VIAGGIO

opere letterarie riferibili al tema

Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve
Primo Levi, La tregua
E. M. Forster, Camera con vista
J. R. R. Tolkien, Il Signore degli anelli / Lo hobbit
Voltaire, Candido
Jonasson, Jonas - Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve
Doyle, Roddy Doyle,  La gita di mezzanotte /  Due sulla strada
Laura Mancinelli, Gli occhi dell'imperatore
Umberto Eco, Storie delle terre e dei luoghi leggendari (saggio)
George Orwell, Senza un soldo a Parigi e a Londra
Luis Sepùlveda, La frontiera scomparsa / Le rose di Atacama
Lindsay Davis, Le miniere dell’imparatore / Notte a Cordoba
Valerio Massimo Manfredi, L’ultima legione
Joseph Joffo, Un sacchetto di biglie

giornalismo e scrittori di viaggio

Tiziano Terzani, In Asia / La porta proibita / Un indovino mi disse / Un altro giro di giostra / Bounanotte, signor Lenin
Bill Bryson, In un Paese bruciato dal sole (sull’Australia) / Una passeggiata nei boschi
H. D. Thoreau, Camminare
Fosco Maraini, Incontro con l'Asia / Case amori universi
Freya Stark, La valle degli assassini              
Colin Thubron, Il cuore perduto dell’Asia
Kapuscinski, Ryszard, In viaggio con Erodoto

Bruce Chatwin, Le vie dei canti / Anatomia dell’irrequietezza
Patrick Leigh Fermor, Mani : viaggi nel Peloponneso
Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti

resoconti di viaggio

In barca a vela
                Bernard Moitessier, La lunga rotta- Solo tra mare e cielo / Tamata e l’alleanza / Capo Horn alla vela
                Rosie e Colin Swale, 30.000 miglia di oceano
                Goran Schmidt, Vent’anni di Mediterraneo
Eric Tabarly, Memorie del largo
A piedi
McKittrick, Erin - La strada alla fine del mondo
Brizzi, Enrico - Gli psicoatleti
Brizzi, Enrico - Nessuno lo saprà : viaggio a piedi dall'Argentario al Conero
Varie
                Rolf Potts, Vagabonding, L’arte di girare il mondo
Susan Jane Gilman, La fortuna di essere quel genere di ragazza
Paolo Brovelli, Sulle ali di un Ape
                Bill Streever, Gelo: avventure nei luoghi più freddi del mondo
Robert Peroni, Dove il vento grida più forte (Groenlandia)
Reinhold Messner, La libertà di andare dove voglio
Ernest Shackelton, Ghiaccio (Antartide)

Sandra Segato, Nella terra degli orsi – In bicicletta tra Canada e Alaska

Umberto Eco, Storia delle terre e dei luoghi leggendari

Una quasi-enciclopedia su tutte quelle mete che non potremo mai visitare, ma che affollano l’immaginario occidentale: da Atlantide al Paradiso Terrestre, dall’itinerario di Ulisse alle migrazioni del Graal... Un viaggio sostenuto da bellissime illustrazioni, documentato da testi di molte epoche e guidato dalla brillante esposizione di un grande studioso e saggista.
Consigliato anche per un’occhiata veloce, probabilmente conquisterà l’attenzione dei lettori curiosi; i brani antologici si possono anche non leggere tutti, le carte geografiche sono molto più interessanti!

Giovanna

domenica 7 dicembre 2014

Epistola XXVIII (libro III) di Seneca a Lucilio

Durante l'ultimo appuntamento di Webook, per il quale ci si era accordati di leggere un libro sulla tematica del viaggio, ho accennato alla lettera in questione di Seneca, che esprime la sua opinione in merito alla validità o meno di un viaggio, intrapreso come possibile distrazione-risoluzione ad un periodo difficile della propria esistenza. Leggendo le considerazioni del filosofo in merito, non si può negare quanto, ancora dopo due millenni risultino tutt'altro che demodè. Dionisia
Seneca saluta il suo Lucilio
Credi che questo sia capitato soltanto a te e ti meravigli come di una cosa straordinaria che, nonostante le tue peregrinazioni così lunghe e tanti cambiamenti di località, non ti sei scrollato di dosso la tristezza e il peso che opprimono la tua mente? Devi cambiare d’animo, non di cielo. Puoi anche attraversare il mare, Terre e città retrocedano pure, come dice il nostro Virgilio: ebbene, i tuoi difetti ti seguiranno ovunque andrai. A un tale che esprimeva questa stessa lamentela Socrate disse: “Perché ti stupisci, se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso? Ti incalza il medesimo motivo che ti ha spinto fuori di casa, lontano”. A che può giovare vedere nuovi paesi? A che serve conoscere città e luoghi diversi? E’ uno sballottamento che sfocia nel vuoto. Domandi come mai questa fuga non ti è utile? Tu fuggi con te stesso. Devi deporre il fardello che grava sul tuo animo, altrimenti prima non ti piacerà alcun luogo. Ora il tuo stato d’animo è identico, pensaci bene, a quello della veggente che Virgilio ci presenta già sconvolta e stimolata da un pungolo, invasa da uno spirito estraneo: La veggente delira e cerca di scacciare dal petto il grande dio. Vai di qua e di là per scuotere il peso che ti sta addosso e che diventa ancor più fastidioso in conseguenza della tua stessa agitazione. Analogamente su una nave i pesi ben stabili premono di meno, mentre i carichi che si spostano, rollando in modo diseguale, mandano più rapidamente a fondo quella parte su cui essi gravano. Qualunque cosa tu faccia, la fai contro di te e con lo stesso movimento ti arrechi un danno: infatti stai scuotendo un ammalato. Ma quando ti sarai liberato da questo male, qualsiasi cambiamento di località diverrà un piacere. Ti releghino pure nelle terre più lontane; ebbene, in qualsivoglia cantuccio di terra barbara in cui ti troverai per forza ad abitare, quella sede, qualche che sia, ti sarà ospitale. Più che la meta del tuo viaggio importa lo spirito con cui l’hai raggiunta, e pertanto non dobbiamo subordinare il nostro animo ad alcun luogo. Bisogna vivere con questa convinzione: “Non sono nato per un solo cantuccio di terra, la mia patria è l’universo intero”. Se questo concetto ti fosse trasparente, non ti meraviglieresti di non trovare alcun conforto nella varietà delle regioni in cui di bel nuovo di rechi per la noia delle precedenti. Infatti ti sarebbe piaciuta la prima in cui saresti capitato, e poi anche di volta in volta avresti gradito le successive, se avessi considerato ciascuna come interamente tua. Ora non viaggi, ma erri e ti lasci trasportare, passi da una località all’altra, benché ciò che cerchi, il vivere secondo virtù, si trovi in altro luogo. Ci può essere qualcosa di più caotico del Foro? Eppure persino qui si potrebbe vivere in pace, se questa scelta fosse assolutamente necessaria. Ma se ci fosse consentito di acquartierarci dove si vuole, io fuggirei anche la vista e le vicinanze del Foro. Infatti, come i luoghi con un clima pestilenziale intaccano  perfino la salute più solida, così anche per una sana disposizione mentale – tuttavia non ancora perfetta e in fase di rinvigorimento – alcune situazione producono effetti poco salutari. Non sono d’accordo con quelli che si gettano in mezzo ai marosi e con quelli che, apprezzando una vita esagitata, lottano ogni giorno con grande coraggio contro difficoltà concrete. Il saggio sopporterà questa situazione, non la sceglierà, e preferirà essere in pace piuttosto che in battaglia: non si ricava granché dall’avere liquidato i propri vizi, se poi ci si vede costretti a scontrarsi con quelli degli altri. “Trenta tiranni” tu dici “si piazzarono intorno a Socrate, ma non riuscirono a spezzare il suo animo”. Che importa quanti sono i padroni. La schiavitù è una sola: chi ha saputo disprezzarla è libero, per quanto grande sia lo stuolo dei tiranni.
E’ il momento di finire, ma non prima di avere pagato il pedaggio. “Inizio di salute è la consapevolezza dell’errore commesso”. Mi sembra che Epicuro abbia espresso in modo egregio questo pensiero; infatti, chi non sa di sbagliare, non vuole neppure correggersi; conviene dunque che tu ti sorprenda in errore prima di cominciare a correggerti. Alcuni si vantano dei propri difetti: pensi che abbia in mente qualche rimedio chi annovera i suoi difetti tra le virtù? Orbene, per quanto tu puoi, metti te stesso in stato di accusa, inquisisciti, sostieni prima il ruolo di accusatore, poi di giudice, e da ultimo, di difensore. Talvolta sii duro con te stesso. Stammi bene.
 Epistulae morales ad Lucilium, Liber Tertius, epistula XXVIII, Seneca.

Dionisia

sabato 6 dicembre 2014

Luis Sepúlveda, Patagonia Express

In attesa di salire sul Colono, in un porto dell’Isola Grande di Chiloé, Sepúlveda ripensa agli eventi che l’hanno spinto a fare questo viaggio: ripensa a Bruce Chatwin, il vecchio amico inglese, incontrato anni prima in un bar di Barcellona. Insieme avevano progettato questo viaggio, ma la condanna all’esilio dell’autore aveva loro impedito di realizzarlo in fretta e, “quando arrivò l’agognato permesso per tornare nel sud del mondo, Bruce Chatwin aveva già intrapreso un viaggio inevitabile, un lungo viaggio attraverso montagne e mari infiniti”. Ecco quindi Sepúlveda affrontare il viaggio da solo, con la compagnia di un taccuino con i fogli a quadretti regalatogli proprio dall’amico, un’autentica “moleskine”, più volte citata nel corso del racconto.
Il diario è ricco di riflessioni, racconti e leggende, ma soprattutto incontri: con l’autore conosciamo il “campionato di bugie” della Patagonia, viaggiamo con l’aviatore Palacios e ci indigniamo con lo scienziato Kucimavic.
Come ci dice l’autore al termine del diario, e come si evince – pagina dopo pagina – “Vivere è un magnifico esercizio”.

Daniela

venerdì 5 dicembre 2014

imprevisti...

A causa di impegni imprevisti, ci troviamo costrette a rimandare il prossimo incontro di WeBook al venerdì successivo, ovvero al

5 Dicembre 2014

sempre alle 14.30... 

Ci scusiamo con tutti voi, ma non è dipeso dalla nostra volontà!

Daniela, Dionisia e Francesca