domenica 10 novembre 2013

G. Rensi, Apologia dell’ateismo, a cura di A. Torno, La Vita Felice, Milano 2012.

Questo piccolo libro, pubblicato originariamente nel 1925, si apre con la domanda: che cosa è Essere? La risposta inequivoca è la seguente: “essere significa ciò che si può vedere, toccare, percepire”; l’esistenza dunque è un fatto d’esperienza. Ci si potrebbe fermare qui: Dio, per definizione, è al di là dell’esperienza possibile e quindi Dio non esiste. Non ci sono prove possibili, dal punto di vista razionale, dell’esistenza di Dio. Anzi, c’è l’evidenza della non esistenza. E la fede? La fede, dice Rensi, è soltanto autosuggestione alla quale la mente deve resistere se vuole mantenersi sana, è abdicazione ai principi elementari della logica e della razionalità. Quanto agli attributi che tradizionalmente vengono riconosciuti a Dio: personalità, volontà, intelletto, bontà, ecc. si tratta di un evidente antropomorfismo. La stoccata finale arriva con l’etica. La semplice credenza in Dio, osserva Rensi, chiude ogni spazio ad un’autentica moralità libera e autonoma.

L’ateismo, insomma, “è una cosa sola con la mente sana, con la mentalità sviluppata e civile, con la capacità di ragionare correttamente, con la ragione intesa come l’opposto dell’allucinazione o dell’alienazione mentale”. Negarlo è semplicemente assurdo. Di più, a parere di Rensi, “solo l’ateismo è puro e pio, solo l’ateismo è la grande vera religione”. 

Renato

5 commenti:

  1. Non l'ho letto... e non so se lo leggerei, se non altro perché definisce assurdo negare l'ateismo. Mi piace il dialogo, ma mi pare che l'autore non mostri questa apertura.

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  2. "questo libretto di Rensi è un aiuto per chi non crede e un buon testo di verifica per chi la pensa in modo opposto" Armando Torno (curatore dell'opera, credente).

    Renato

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    1. Grazie! Questo commento potrebbe farmi cambiare idea... A questo punto, prima o poi lo leggerò!

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  3. Dubito che potrei leggerlo, per la semplice ragione che non posso degnare d'attenzione o prendere sul serio chi pretende di screditare l'ambito spirituale (al di là del concetto in sé di Dio) considerandolo anti-razionale, essendo la così detta "razionalità" il perfetto metodo di ragionamento applicabile alla materia e a ciò che la riguarda, ma perdendo del tutto senso in un ambito diverso come quello spirituale. Se uno non riesce a capire in che ottica affrontare un argomento e lo considera assurdo perché non corrisponde alle aspettative del tipo di struttura mentale che pretende di impiegare, non vedo perché dargli retta. E' chiaro che penserei, per usare una metafora, che i file .doc sono inutili e non funzionano, se continuassi ad aprirli con media player.
    Michieli Filippo, I A, cl.

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  4. La contrapposizione, a mio avviso, non è tra spiritualità e razionalità, che possono tranquillamente convivere, ma tra razionalità e fede. Queste sono inconciliabili.
    Rensi, che è un filosofo, non scredita certo la spiritualità. "Sapere aude".

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