sabato 30 novembre 2013

Ludwig Boltzmann, Lezioni sulla teoria dei gas, Melquìades, Milano 2013



L’interpretazione probabilistica dei fenomeni fisici non era affatto ignota alla fisica classica. Anzi, si può senz’altro dire che essa è un prodotto genuino del XIX secolo, un’inevitabile evoluzione della fisica e, nel contempo, una sorta di spina nel fianco della fisica meccanicistica. Scienziati come Laplace, Maxwell, Clausius, tra gli altri, ma soprattutto Boltzmann avevano dato contributi fondamentali alla formulazione delle leggi statistiche in fisica.

Le ricerche sulla natura del calore in termodinamica e poi soprattutto lo studio della cinetica dei gas avevano reso necessario il ricorso al calcolo statistico per poter calcolare il valore medio delle molecole, presenti in numero elevatissimo anche nella più piccola quantità di gas. L’applicazione delle leggi statistiche si estenderà poi ad altre proprietà macroscopiche della materia, sostituendo di fatto le spiegazioni complete e determinate dei fenomeni fisici, che costituivano l’ideale della scienza del XIX secolo, per il quale le leggi probabilistiche costituivano semplicemente un’ammissione d’ignoranza e non potevano essere, come avverrà invece con la meccanica quantistica, le leggi proprie della natura.
Non si può dunque che dare con entusiasmo il benvenuto alla prima edizione italiana delle lezioni di Boltzmann sulla teoria dei gas, che sono giustamente considerate il testo fondativo della fisica statistica.

 Renato

mercoledì 27 novembre 2013

Gianni Simoni, "Chiuso per lutto"


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Ex magistrato firma la serie dei gialli, che ha per protagonisti il commissario Miceli e l'ex giudice Petri.
La presenza di due investigatori e un duplice omicidio da risolvere  rende l'indagine di  questo giallo particolarmente complessa ed accattivante. Miceli, uomo di indole tranquilla non dimentica mai il suo ruolo istituzionale, mentre l'ex giudice è più fantasioso propri per il fatto che è un ex e si sente meno legato alla prassi. Risultano perciò essere una sorta di completamento sia dal punto di vista caratteriale sia da quello di un approccio diverso alle indagini.
Per chi ama questo genere è vivamente consigliato, anche per la scorrevolezza della sintassi, che rende la lettura piacevole.

Dionisia Vittori.


martedì 26 novembre 2013

Charles P. Steinmetz, Relatività e spazio, a cura di A.Auditore, Morcelliana, Brescia 2012


Non mancano di certo le esposizioni “divulgative” della Teoria della relatività, a cominciare da quella dello stesso Einstein; ma questa di Steinmetz è davvero speciale ed è senz’altro una delle migliori, per chiarezza, lucidità e intelligenza. Richiede qualche piccolo sforzo, soprattutto nella seconda parte, ma vi garantisco che ne vale la pena.
Steinmetz, uno dei più eminenti scienziati statunitensi a cavallo tra ‘800 e ‘900, all’indomani della famosa visita di Einstein negli U.S.A., nel 1921,venne invitato dal ministro della Schenectady Unitarian Church a tenere delle lezioni sulla Relatività, davanti ad un pubblico di persone interessate, ma digiune di fisica. Il risultato è questo piccolo gioiello, pubblicato l’anno seguente.
L’opera è impreziosita da una bella Prefazione del Curatore dell’edizione italiana, Aldo Auditore (che ha insegnato al Liceo Artistico di Lovere!), il quale fornisce tutte le necessarie informazioni biografiche su Steinmetz (la vita e la personalità del quale sono esse stesse ricche di fascino), ricostruisce con grande chiarezza i problemi che portarono alla formulazione della Relatività ristretta e generale (senza dimenticare il fondamentale apporto dei matematici padovani Levi_Civita e Ricci-Curbastro), chiarisce alcuni aspetti inevitabilmente datati dell’opera, rendendo così un eccellente servizio alla migliore comprensione del libro.


Renato

domenica 24 novembre 2013

Marga Minco, La caduta


A volte la nostra vita sembra dominata dal caso. È questo il tema centrale del breve ma intenso romanzo della scrittrice olandese Marga Minco.
Frida, la protagonista, sfuggita per caso alla deportazione in seguito ad una caduta, muore, ormai anziana, a causa di una caduta accidentale. Mentre ciò avviene, nella casa di riposo dalla quale lei è uscita, si materializza il fantasma dell’orribile passato che ha occupato la sua mente da sempre ma  lei, casualmente, non avrà modo di incrociarlo. Il destino sembra voler giocare fino all’ultimo con la sua vita e la caduta  chiude quasi simbolicamente il cerchio della sua esistenza.
La narrazione meticolosa e rallentata, scelta stilistica di grande effetto trova la sua giustificazione nell’esergo di S.Bellow: “A volte immagino che, se si potesse girare il film di una vita, vi sarebbe la morte una scena si e una no. Ma il film corre talmente in fretta che non ce ne rendiamo conto. Distruzione e rinascita si alternano in sequenza così rapida da sembrare un tutt’uno. Perché vedi, bambina mia, nel nostro normale stato di coscienza non possiamo capire neppure lontanamente che cosa stia accadendo”

Francesca


Max Jammer, Storia del concetto di spazio

Lo spazio ha una storia? A tutta prima potrebbe sembrare una domanda oziosa e invece non lo è affatto. Lo spazio ha una storia lunga, avventurosa, accidentata, nella quale a rigorose teorie scientifiche si mescolano sovente istanze metafisiche o addirittura teologiche. Basterebbe leggere il carteggio Clarke (dietro il quale c’era Newton)-Leibniz, sulla natura relativa o assoluta dello spazio e del tempo, per rendersene conto: gran parte delle argomentazioni dei due contendenti è di natura teologica. Così Jammer, al quale si devono, tra l’altro, una storia del concetto di forza e una storia del concetto di massa, segue l’avvicendarsi delle teorie relative allo spazio da Aristotele, che pensava ad uno spazio finito, quale somma di tutti i luoghi, fino alla quadridimensionalità relativistica. Pur nella sua concisione, il libro di Jammer è esemplare per chiarezza e completezza. Cosa aspettate a leggerlo?

Renato

Piergiorgio Odifreddi, Come stanno le cose, il mio Lucrezio, la mia Venere

"Non sono i raggi del sole o la luce del giorno a dover dissipare il terrore e le tenebre dell'animo, ma la visione e la ragione scientifiche".

In "COME STANNO LE COSE Il mio Lucrezio, la mia Venere", Piergiorgio Odifreddi offre una versione moderna, divulgativa nella forma e aggiornata nei contenuti, di uno dei più grandi libri che siano mai stati scritti. Per scoprire che le parole di un letterato classico e i pensieri degli scienziati contemporanei convergono nell'offrire una grandiosa visione del mondo.


Isabella Vallarino

Mary B. Hesse, Forze e campi. Il concetto di azione a distanza nella storia della fisica


Perché con un semplice telecomando possiamo bloccare o sbloccare la portiera della nostra automobile, accendere o spegnere il televisore e così via? Più in generale, in che modo i corpi agiscono l’uno sull’altro attraverso lo spazio? Com’è possibile l’azione a distanza? L’Autrice ricostruisce in modo magistrale la storia dell’azione a distanza, delle discussioni che ha suscitato, delle teorie alternative, dall’antichità greca, fino alla relatività di Einstein. Né un breve cenno finale alla meccanica quantistica. I capitoli più affascinanti di questa controversa storia sono forse la formulazione, da parte di Newton, della legge di gravitazione universale, che prevede un’azione a distanza istantanea tra masse puntiformi, che gli procurò l’accusa di aver reintrodotto le forze occulte nella spiegazione della natura; e soprattutto l’elettromagnetismo di Faraday e Maxwell che sembrarono minare alla radice l’idea stessa di un’azione a distanza e che aprirono la strada alla teoria della relatività. Non crediate che si tratti di una questione chiusa, affidata solo alla storia della scienza. La teoria dell’entanglement in meccanica quantistica ha riaperto i giochi, mostrando tra l’altro, una volta di più, come il confine tra attività scientifica e riflessione filosofica, a dispetto di quanto si continua a ripetere, sia estremamente sfumato.


Renato

martedì 19 novembre 2013

Gregoire Delacourt, Le cose che non ho

Le cose che non ho
Jo, la protagonista di questo romanzo, è una donna intelligente e positiva con un'esistenza quieta, ma nutrita di sogni che, per un improvviso colpo di fortuna, è in grado di realizzare.... La felicità però non è così matematica: non si tratta di sommare un sogno dietro l'altro e la loro eventuale realizzazione, ma ritrovare se stessi.
La storia può essere letta anche in chiave formativa: nell'arco dell'esistenza anche eventi particolarmente positivi possono creare squilibrii tali da rendere necessario il ricorso ad una ricerca interiore, che faccia riaffiorare l'essenza del proprio io.

Dionisia Vittori

domenica 17 novembre 2013

Alessandro D'Avenia - Bianca Come Il Latte Rossa Come Il Sangue

È uno spaccato del mondo altalenante degli adolescenti: un giorno pensi di essere il re del mondo e l'altro ti scontri con la realtà della vita. Bianco o rosso. Leonardo affronta per tutti gli adolescenti questa tremenda lotta: i silenzi con i genitori, le sfide con i professori per dire loro: "a me di quello che insegni che cosa mi serve nella vita?" ed infine le relazioni con i coetanei. È qui che emerge il vero tema: l'amore. Per Leo l'amore è rosso: passione. Vivere al 100% le emozioni, navigare per acque movimentate ed attraversare il fuoco senza paura. La realtà è che ti scotti e capisci che quello che tutti vanno cercando non è il rosso Beatrice, ma il bianco Silvia: un porto sicuro dove stare, una casa dove tornare. «Ti sei mai innamorata, Beatrice?» Lei mi dice sì con un lieve sospiro e tace. […] «E com’era?» «Era come una casa a cui tornare quando volevo. Come quando fai immersioni subacquee. Là sotto tutto è fermo e immobile. C’è un silenzio assoluto. C’è pace. E magari quando riemergi il mare in superficie è agitato.»
Baiguini Mattia, studente di Ingegneria Meccanica - ex studente del liceo scientifico.

Donato Carrisi, Il suggeritore

Primo di due libri collegati, lettura ottima per gli appassionatissimi di thriller e criminologia ma anche per quelli che sono curiosi e vogliono esplorare la mente umana. La protagonista, Mila, varcherà la soglia tra il bene ed il male e dovrà confrontarsi con il lato più oscuro e fragile dell'essere umano. Un libro che suggestiona molto, con eventi inaspettati e spaventosi. Vi terrà col fiato sospeso anche dopo l'ultima riga. (Evitate di leggerlo nelle ore notturne se vi lasciate impressionare da crimini perversi e shockanti.)

Gigliola Bejaj, Studentessa di Ingegneria - ex studentessa del Liceo Celeri

Michael Kumpfmuller, La meraviglia della vita

Segnalo il romanzo "La meraviglia della vita" di M. Kumpfmuller, che racconta dell'ultima parte della vita di Franz Kafka.
È l'estate del 1923 quando lo scrittore raggiunge sua sorella Elli in una piccola stazione balneare sul Baltico... 
Un romanzo che ci mostra Franz Kafka sotto una luce inconsueta!


Isabella Vallarino

sabato 16 novembre 2013

Alessandro Baricco, Mr Gwyn

"Mentre camminava per Regent's Park – lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti – Jasper Gwyn ebbe d'un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia e tanto garbo."


Jasper, giovane ed affermato scrittore inglese si ritrova nel pieno del cosiddetto blocco dello scrittore. Ma non è il solito blocco, quel blocco senza idee, ma è più una voglia di cambiare tutto e di creare qualcosa di davvero geniale... Basta scrivere, o meglio, basta scrivere libri, da ora in poi Jasper Gwyn scriverà ritratti... sì, scriverà ritratti! Baricco riesce (come sempre) a creare una storia straordinaria, di quelle che non ti aspetti, a tratti folle e ricca di elementi curiosi ed insoliti. Entrare nella vecchia fabbrica divenuta il laboratorio di Jasper Gwyn potrebbe riservare grandi sorprese... 

Matteo Silini
Studente di Ingegneria per l'ambiente e il territorio - ex studente del Liceo Celeri

Harry Bernstein, Il sogno infinito

“Il sogno infinito” di Harry Bernstein, benché si tratti una storia vera e i sentimenti che l'autore mette in questa sua autobiografia non è, a mio parere,  per nulla coinvolgente. Si tratta, infatti, di un mero racconto cronologico privo di adornamenti alcuni in cui il lettore è uno spettatore che con noia e quasi anche apatia osserva il susseguirsi delle vicende di una famiglia, uguale in tutto e per tutto a quasi tutte quelle degli immigranti verso l'America in cerca di fortuna e che hanno dovuto affrontare il periodo della grande depressione, con tanti e grandi sogni che raramente si realizzano o solo temporaneamente. E' quindi un libro che si legge, o almeno io personalmente ho letto,  con totale distacco, senza provare emozioni o il “sentirsi tirato in causa” tipico di molti altri libri, e che quindi risulta "pesante" da leggere non tanto per lo stile, piuttosto semplice e quasi anche banale, ma piuttosto per il contenuto, una semplice narrazione di eventi ordinati temporalmente e del tutto prevedibili. Sconsiglio quindi la lettura di questo libro perché penso che sarebbe apprezzato da pochi, ma sarebbero invece, per chi ha voglia di pensare, un apprezzabile spunto di riflessione le prime righe, nelle quali si paragonano i sogni a delle bolle, meravigliose e fragili, che quando però sembra di essere riusciti a prenderle scoppiano e non resta più nulla.
Stefano Cretti, 4^ Ginnasio

Ken Follett, I pilastri della terra

Un must per gli amanti della storia e dell'architettura, un libro imperdibile per chi legge Ken Follett, una rivoluzione per gli appassionati dei gialli, un'opera sublime per chi adora le storie d'amore.
La lunga trama si staglia per più di 1000 pagine dai contenuti più svariati che si divorano in poco tempo. La storia di mezzo secolo è intrecciata le vicende dei protagonisti, nel medioevo inglese del XII sec, di Thomas Becket, delle guerre civili tra Matilda e Enrico II, delle grandi cattedrali gotiche.
Emozioni diverse e a volte contrastanti si susseguono negli incontri con i  personaggi:amore appassionato, odio feroce, compassione, invidia, pietà, comprensione, felicità,...
Il romanzo ha davvero lasciato un segno dentro di me e lo consiglio vivamente agli alunni delle classi terze perché tratta molti degli argomenti svolti in terza non come un "palloso mattone difficile" ma facendoti amare l'arte, la vita, i personaggi, l'architettura e l'amore di quel bellissimo periodo storico qual era il medioevo.

 Claudia Cretti,

2^ liceo classico

Roberto Bonola, La geometria non-euclidea. Esposizione storico-critica del suo sviluppo, Cornell University Library Digital Collections 1991.

Ecco un classico della storia della geometria (l’edizione originale è del 1906) che, per la consueta miopia degli editori italiani, viene ristampata (in italiano) negli Stati Uniti. L’opera di Bonola è ancora oggi considerata la più completa storia complessiva delle geometrie non euclidee. Dopo un breve capitolo dedicato alla geometria euclidea dall’antichità al rinascimento, l’Autore segue gli sviluppi delle geometrie non euclidee – dagli infruttuosi tentativi di dimostrare che il quinto postulato (quello delle rette parallele) non è un postulato, ma un teorema, a quelli di costruire una geometria “assoluta”, che faccia a meno del quinto postulato – ai primi seri tentativi di confrontarsi col problema (Saccheri, Lambert, Lagrange, ecc.), fino ai veri padri delle geometrie non euclidee (Gauss, Bolyai, Lobačevskij). L’ultima parte dell’opera è dedicata agli sviluppi dovuti a Riemann, a Helmholtz, a Lie, alla geometria proiettiva, alla traduzione della geometria ellittica di Riemann sul piano euclideo, ecc.

Per ovvie ragioni, l’opera si ferma alle soglie del ‘900, ma il lavoro fondamentale era stato fatto e gli italiani avevano dato un contributo non marginale, a partire dal maestro di Bonola, Federigo Enriques. Un’avventura della mente. Leggere per credere.

Renato

C. B. Boyer, Storia del calcolo e del suo sviluppo concettuale, prefazione e aggiornamenti a cura di A. Guerraggio, B. Mondadori, Milano 2007.

Il calcolo di cui si parla in questo libro è il Calcolo per eccellenza, vale a dire il calcolo differenziale e integrale o, come si usava dire una volta, il calcolo infinitesimale. Il grande storico della matematica segue la storia di questo procedimento matematico dall’antichità fino ai giorni nostri.
È noto che già Archimede ricorreva al calcolo infinitesimale, anche se poi presentava i suoi risultati attraverso il metodo esaustivo. Naturalmente una posizione centrale nella trattazione è assegnata a Newton e a Leibniz, i padri del moderno calcolo, e alla loro penosa polemica sulla priorità; ma vengono seguiti anche i contributi precedenti, sia medievali, sia moderni, da Stevin a Barrow a Wallis. L’ultimo capitolo dell’edizione originale s’intitola significativamente La formulazione rigorosa e tratta di Bolzano, di Cauchy, di Cantor, di Dedekind, di Weierstrass, ecc.

Come dice giustamente Courant nella Premessa all’edizione americana del 1959, la posizione che il calcolo differenziale e integrale ha “tra le scienze naturali e le scienze umanistiche dovrebbe fare di esso un medio particolarmente fertile per un’educazione superiore”. E la sua storia può essere un buon veicolo per avvicinarsi a questa sorprendente conquista della mente umana.

Renato

Dario e Claudia Palladino, Le geometrie non euclidee, Carocci, Roma 2008.

Se volete farvi un’idea non banale delle geometrie non euclidee, questo piccolo libro è fatto per voi. Gli Autori espongono in modo chiaro e accessibile a tutti (con qualche piccolo sforzo) – ma non banale, appunto – l’affascinante storia del quinto postulato, quello delle rette parallele, coniugando sapientemente aspetti storici e tecnici del problema. Così si segue la vicenda delle rette parallele dalla sua formulazione negli Elementi di Euclide, attraverso i tentativi di Saccheri (1733) di dimostrare per assurdo la validità della geometria euclidea, fino alla geometria iperbolica di Bolyai e Lobačevskij e alle discussioni sulla sua coerenza (Beltrami, Klein, Poincré) e ad alcuni accenni finali alla geometria sferica ed ellittica. Per ciascuno di questi argomenti vengono forniti esempi, disegni esplicativi e semplici dimostrazioni. Il piccolo sforzo richiesto per seguire alcuni passaggi tecnici è senz’altro ampiamente ripagato dal piacere di entrare in possesso delle chiavi che ci consentono di comprendere uno dei capitoli più affascinanti della storia della scienza.

Renato

mercoledì 13 novembre 2013

Federico Batini, Insegnare per competenze, Loescher Editore, Torino 2013

È il secondo Quaderno di Ricerca della Loacher, disponibile anche su vari siti.
Nel chiarire le idee di fondo sottese alla riforma del sistema scolastico incentrata sulle competenze, richiama le principali normative sia italiane che europee e fornisce alcune indicazioni pratiche perché gli insegnanti possano sperimentare quella che viene definita una “rivoluzione copernicana” nel modo di pensare la scuola.
Alcuni spunti?
“L’insegnante favorisce l’empowerment di una scuola che incrementa il potere e il controllo di un soggetto sulla propria vita, sulle proprie scelte, sul proprio futuro”.
Oppure:
“Non si possono separare le azioni di apprendimento da quelle di valutazione”.
Spero che qualche collega lo legga, per poter avviare il confronto aperto di cui abbiamo bisogno. Insegnare per competenze comporta infatti anche per noi lo sviluppo di sempre più sicure competenze professionali, affinché la scuola dell’agire non mortifichi ma esalti la necessità di solide conoscenze.

Ornella

(Il file pdf è a disposizione di quanti volessero leggerlo. Basta rivolgersi alla prof.ssa Franceschinelli.)

martedì 12 novembre 2013

Vladimir Nabokov, Lolita

Dolores Haze ha solo dodici anni quando a condividere l’abitazione, oltre a sua madre, arriva Humbert Humbert, insegnante quarantenne, che si innamora di lei. E’ il peccato della pedofilia a fare infatti da cornice all’intero romanzo, della trasgressione, dello spingersi al limite. La quasi fanciullezza di Lolita, così la chiama il protagonista, verrà strappata via senza far rumore. Il rapporto tra carnefice e vittima è descritto senza veli, in modo crudo e sorprendentemente elegante. Una scrittura estremizzata, ricercata e fuori dagli schemi, con un attenzione maniacale ai dettagli che sembrano, talvolta, somatizzare la psicologia dei personaggi. Entri nella mente del pedofilo e ripercorri la sua storia, ti ci immedesimi in essa, ti spaventi ma allo stesso tempo sei incuriosito dall’attrazione che provi verso qualcosa che non conosci, e così continui a leggere con la pelle d’oca e la tensione che cresce, come un bambino che toccato il fuoco si scotta e si ritrae, ma cerca lo stesso di sentirne il calore. Lolita di Nabokov è un libro struggente, con ambientazioni oniriche, di lettura impegnativa, che sa dare emozioni forti ed intense al lettore. Lo consiglio a tutti per il messaggio che porta, per come viene analizzato il comportamento dell’essere umano e per tutti quei particolari che fanno la differenza.


Baiguini Giorgio 4^C Scientifico

lunedì 11 novembre 2013

IL PRIMO INCONTRO...

Il primo incontro del Club del Libro WeBook ha avuto luogo, nei locali della nostra scuola, lunedì 11 novembre 2013. Presenti... pochi ma buoni! Sette alunni del nostro Istituto, appassionati di lettura, e quattro insegnanti. Non male, per essere il primo incontro!

Il prossimo incontro avrà luogo mercoledì 4 dicembre, alle ore 14.30. Il tema prescelto è IL RICORDO: per il 4 dicembre, i partecipanti all'incontro devono presentarsi con un libro, che abbia per tema il ricordo. Sarebbe bene avere già pronta anche una recensione, che pubblicheremo poi sul blog.

Numerose sono le iniziative che i partecipanti al primo incontro hanno proposto... ma per quelle lasciamo la sorpresa...
Dimenticavo: visto che l'incontro del 4 dicembre sarà già in periodo natalizio, invitiamo i partecipanti a portare dolci che abbiano per tema il Natale!

Arrivederci al 4 dicembre!!! Vi aspettiamo numerosi e appassionati!

domenica 10 novembre 2013

Simona Poidomani, Numeri e poesia

L’autrice immagina che Ada Lovelace, ormai al termine della sua breve vita, ci racconti la sua vita: ripensa ai figli ormai lontani, all’inesistente rapporto con il padre, il famoso poeta George Byron, rivive il rapporto conflittuale con la madre, che costituisce la parte centrale del libro.
Dovremmo conoscere tutti la figura di Ada, se non altro perché le siamo debitori: l’incontro con Charles Babbage, a una delle serate organizzate proprio a casa del matematico, le apre la mente, “Finalmente qualcuno che non ripete le stesse cose degli altri. Che si sforza di capire i problemi e di farli comprendere usando immagini fantasiose o comunque mai banali. Quella sera, il padrone di casa ci ha parlato della sua Macchina delle differenze, una meraviglia dell’intelletto umano.” La Macchina delle differenze è un congegno pensato per eseguire i calcoli e sostituirsi alle persone nell’esecuzione di questo compito e, insieme alla macchina analitica, è il predecessore degli odierni computer.

Con le sue illustrazioni e con un linguaggio semplice, il libro è adatto anche ai ragazzi delle medie, perciò sicuramente consigliato per il biennio. Ada ha davvero precorso i tempi e, in questo libro, ci presenta tutto il fascino degli inizi.

Daniela Molinari

S. Mancuso-A. Viola, Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale, Giunti, Firenze 2013.

Le piante sono intelligenti? Gli Autori, senza esitazione, rispondono di sì. Naturalmente bisogna intendersi sul concetto di intelligenza. Se, con gli Autori, si definisce intelligenza l’“abilità di risolvere problemi” e di reagire efficacemente alla pressione evolutiva dell’ambiente, allora le piante sono intelligenti. Esse infatti sono comparse sulla Terra ben prima di noi e ci sono ancora, anzi rappresentano circa il 99,5% della biomassa presente sul pianeta; sono essenziali alla nostra sopravvivenza; hanno “scelto” una struttura modulare diffusa, che consente loro di sopportare, senza danni irreparabili, che gli erbivori si nutrano di una parte consistente della loro chioma. Certo, le piante non hanno un cervello, così come lo intendiamo solitamente, ma hanno sensibilità, una sensibilità raffinata, hanno una vita sociale, sanno comunicare tra loro ed interagire “intelligentemente” con l’ambiente.

L’unica pecca del libro è che, per mortificare, giustamente, la presunzione dell’essere umano, che si crede di essere sul gradino più alto dell’evoluzione e crede di poter fare quello che vuole degli altri esseri, esagera un po’ nel negare intelligenza all’uomo. Con tutto ciò, si tratta di un libro “brillante”, interessante e godibilissimo, che ci fa capire un sacco di cose sulle piante, che neppure sospettavamo. 

Renato

G. Rensi, Apologia dell’ateismo, a cura di A. Torno, La Vita Felice, Milano 2012.

Questo piccolo libro, pubblicato originariamente nel 1925, si apre con la domanda: che cosa è Essere? La risposta inequivoca è la seguente: “essere significa ciò che si può vedere, toccare, percepire”; l’esistenza dunque è un fatto d’esperienza. Ci si potrebbe fermare qui: Dio, per definizione, è al di là dell’esperienza possibile e quindi Dio non esiste. Non ci sono prove possibili, dal punto di vista razionale, dell’esistenza di Dio. Anzi, c’è l’evidenza della non esistenza. E la fede? La fede, dice Rensi, è soltanto autosuggestione alla quale la mente deve resistere se vuole mantenersi sana, è abdicazione ai principi elementari della logica e della razionalità. Quanto agli attributi che tradizionalmente vengono riconosciuti a Dio: personalità, volontà, intelletto, bontà, ecc. si tratta di un evidente antropomorfismo. La stoccata finale arriva con l’etica. La semplice credenza in Dio, osserva Rensi, chiude ogni spazio ad un’autentica moralità libera e autonoma.

L’ateismo, insomma, “è una cosa sola con la mente sana, con la mentalità sviluppata e civile, con la capacità di ragionare correttamente, con la ragione intesa come l’opposto dell’allucinazione o dell’alienazione mentale”. Negarlo è semplicemente assurdo. Di più, a parere di Rensi, “solo l’ateismo è puro e pio, solo l’ateismo è la grande vera religione”. 

Renato