lunedì 28 aprile 2014

Rosvita, Dialoghi drammatici, Garzanti 1986


Curiosamente, Rosvita, Badessa del Monastero di Gandersheim, vissuta tra il 935 e il 973, viene inserita solitamente nella storia della letteratura tedesca, anche se scriveva in latino. Quel che è certo è che si tratta di una figura eccezionale nel panorama letterario di quei secoli bui. Come dice giustamente Mittner, “essa basta da sola ad illuminare un secolo intero apparentemente privo di poesia”. I temi trattati nei dialoghi drammatici raccolti in questo volume sono quelli della devozione più intensa, della lotta vittoriosa del bene contro il male, degli angeli contro i demoni, del Cristianesimo contro il paganesimo. Le storie sono di una semplicità e di un’ingenuità che oggi possono far sorridere, ma sono commoventi per la loro sincerità, animata da una fiducia incrollabile nella palingenesi del mondo operata dalla venuta di Cristo. Il tema ricorrente dei drammi è la verginità, virtù somma, secondo Rosvita, capace da sola di operare miracoli. Per questo, sovente, si assiste a scene scabrose in cui la purezza virginale delle eroine viene minacciata, con la conseguente, immancabile, redenzione o punizione esemplare del malvagio. I l vero pregio delle opere di Rosvita non va cercato però nelle storie o nelle figure esemplari, appena tratteggiate, bensì nello stile ed in particolare il dialogo sapiente.  Rosvita, a dispetto delle sue dichiarazioni, è una donna colta, che si propone d’imitare Terenzio, anche per combatterne il contenuto immorale. I suoi sei drammi sono infatti leggende dialogizzate in stile terenziano, generalmente in prosa ritmata e in poesia e ci fanno conoscere un Medioevo inaspettato.

Renato

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