domenica 27 aprile 2014

Fedor Dostoevskij, Le notti bianche

Se volete vantarvi al bar di aver letto Dostoevskij, questo libro è l’ideale.
Contro i mattoni cartacei come “Delitto e Castigo”, questo si presenta come un romanzo breve di circa sessanta pagine, sottilissimo: lo infili pure nel bancomat.
Il titolo, secondo alcuni che davvero conoscono Dostoevskij, deve il suo nome al periodo dell’anno in cui nella Russia Settentrionale il sole tramonta dopo le 22:00.
E’ ovviamente una balla: il titolo a noi giunto è frutto di una censura. L’originale è con ogni probabilità “Notti in Bianco”, date le sventure sessuali che caratterizzeranno le serate del protagonista.
Il Fedor che scrive questo romanzetto è un Fedor pigro, molto pigro. Non si prende la briga nemmeno di dare un nome al personaggio principale, viene semplicemente definito “Sognatore Romantico”.
Costui è uno che si tira pacchi da mattino alla sera, guarda le case, i muri, le locande, i muri, le taverne, i muri, la natura, i muri, poi picchia il naso contro un muro.
Vede tanta gente, ma tuttavia sente un’immensa solitudine intorno a sé…finché…
Una notte salva da… qualcosa… una leggiadra fanciulla, ma dal nome molto manga-giapponese: Nasten’ Ka.
Come ogni uomo sensibile e single se ne innamora puntualmente, anche solo quando lei gli sfiora i palmi delle mani, lui sta già costruendo casa.
Lei d’altro canto non ha una vita molto più emozionante del Sognatore. Vive con la nonna in una casa fatiscente, e la vecchietta è assai possessiva, tanto che solitamente si cuce letteralmente gli abiti a quelli della nipote… tipo gemelli siamesi.
I due protagonisti decidono di rivedersi la notte successiva, ma ad una condizione: lui non deve innamorarsi di lei… praticamente lo friendzona prima che lui possa ancora provarci.
Nelle due notti successive si raccontano un sacco di cose inutili, o per lo meno, lui lo fa. Lei a un certo punto, stremata dal suo eloquio da segaiolo mentale, gli narra di un fanciullo… di un ragazzo… un bel ragazzo.
Il nostro Sognatore si mette a fare la parte dell’amico gay e apprende dalle chiacchiere petulanti di Nasten’ Ka, che lei sta aspettando da oltre un anno il suo amato.
Il protagonista allora decide di diventare zerbino al cento per cento: scrive al fanciullo in questione per farlo ritornare.
I due infine aspettano, aspettano e aspettano.
‘Sto puttaniere non si fa vivo, dunque lei, arrapata come una scrofa incinta, decide di accontentarsi del nostro sognatore e  d’iniziare una relazione con lui.
Il nostro Sognatore, che altro non desidera, ne è subito entusiasta, sia dell’amore appena conquistato, ma soprattutto per poter vantarsi d’essere stato il primo al mondo a uscire dalla friendzone!
Cazzata! L’amore scomparso di Nasten’ Ka ricompare… da un cespuglio e lei snobba il Sognatore senza problemi.
I due nuovi innamorati sfrattano la nonna e vanno a vivere insieme e il Sognatore Romantico torna a smanettarsi davanti ai muri.
Ora andate pure al bar a vantarvi.

Andrea Serventi, 5^A Liceo Scientifico

1 commento:

  1. Oh, la mia lettura adolescenziale delle Notti Bianche m'aveva portata a tutt'altre interpretazioni e suggestioni. Tant'è, magari adesso avrei la tua stessa reazione.
    Consigliatissima a questo punto, se non l'hai già vista, la trasposizione cinematografica di Visconti, con un Mastroianni perfettamente calato nella parte del Sognatore romantico (e povero illuso?). Se proprio non dovesse piacerti, è un'altra buona carta da giocarsi al bar! ;)

    Letizia, III B Liceo Classico

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