domenica 27 aprile 2014

A.Andersch, Il padre di un assassino

“Ho avuto cattivi maestri / è stata una buona scuola” (A, Astel ) questi versi mi sono venuti alla mente nel rileggere questo breve romanzo di Andersch. Il protagonista è uno studente liceale (quarta ginnasio) negli anni che precedono la presa del potere di Hitler, l’atmosfera che si respira a scuola, molto lontana da quella di oggi, è caratterizzata da severità ottusa, al limite della tortura psicologica. L’insegnamento è impartito in modo arido e puramente mnemonico e ogni riflessione personale viene stroncata sul nascere. Il nostro protagonista viene sottoposto ad una umiliante interrogazione di greco da parte del Preside dell’istituto e viene cacciato dalla scuola in seguito all’insuccesso. La vicenda non avrebbe nulla di eccezionale, almeno per l’epoca, se non fosse che il Preside si chiama Himmler ed è il padre del famigerato gerarca nazista (l’assassino del titolo). Quella scuola, quella cultura, pare dirci Andersch, ha creato il mostro (il nazismo) ma Kien, il protagonista, ha imparato molto da questi cattivi maestri: ha imparato a rifiutare un sistema sbagliato, a reagire alla stupidità.
Per fortuna oggi la scuola è molto diversa, tuttavia  anche un eccesso di malintesa libertà e di comodo lassismo può creare mostri:  persone incapaci di assumersi le proprie responsabilità, di fare scelte coraggiose e controcorrente e quindi facilmente manipolabili.


Francesca

1 commento:

  1. Cara Francesca, come non commentare una recensione con "fulmen in clausa", di tale genere. Sono sempre più convinta che poche persone capiscano la gravità del sempre più diffuso lassismo scolastico, fonte inesauribile di inetti a vivere, a cofrontarsi, a competere a livello lavorativo per la crescita personale e del nostro amatissimo Paese.

    RispondiElimina