“Ho avuto cattivi maestri / è stata una buona scuola” (A,
Astel ) questi versi mi sono venuti alla mente nel rileggere questo breve
romanzo di Andersch. Il protagonista è uno studente liceale (quarta ginnasio)
negli anni che precedono la presa del potere di Hitler, l’atmosfera che si
respira a scuola, molto lontana da quella di oggi, è caratterizzata da severità
ottusa, al limite della tortura psicologica. L’insegnamento è impartito in modo
arido e puramente mnemonico e ogni riflessione personale viene stroncata sul
nascere. Il nostro protagonista viene sottoposto ad una umiliante
interrogazione di greco da parte del Preside dell’istituto e viene cacciato
dalla scuola in seguito all’insuccesso. La vicenda non avrebbe nulla di
eccezionale, almeno per l’epoca, se non fosse che il Preside si chiama Himmler
ed è il padre del famigerato gerarca nazista (l’assassino del titolo). Quella
scuola, quella cultura, pare dirci Andersch, ha creato il mostro (il nazismo)
ma Kien, il protagonista, ha imparato molto da questi cattivi maestri: ha
imparato a rifiutare un sistema sbagliato, a reagire alla stupidità.
Per fortuna oggi la scuola è molto diversa, tuttavia anche un eccesso di malintesa libertà e di
comodo lassismo può creare mostri:
persone incapaci di assumersi le proprie responsabilità, di fare scelte
coraggiose e controcorrente e quindi facilmente manipolabili.
Francesca
Cara Francesca, come non commentare una recensione con "fulmen in clausa", di tale genere. Sono sempre più convinta che poche persone capiscano la gravità del sempre più diffuso lassismo scolastico, fonte inesauribile di inetti a vivere, a cofrontarsi, a competere a livello lavorativo per la crescita personale e del nostro amatissimo Paese.
RispondiElimina