Settimo romanzo della serie che ha per
protagonista Chen Cao, “Le lacrime
del lago Tai “affronta, prendendo spunto da un’indagine poliziesca,
l’attualissimo tema dell’inquinamento in Cina.
Lo scrittore cinese Qiu
Xiaolong, che vive negli Stati Uniti dal 1989 quando,venne
accusato dal regime comunista di essere fiancheggiatore degli studenti
di piazza Tienammen, continua infatti ad utilizzare i suoi romanzi gialli per
presentare un interessante quadro della Cina contemporanea e delle sue feroci
contraddizioni. Il protagonista è un detective eccentrico che si trova a fare
il poliziotto per imposizione del regime ma che nel suo intimo resta un poeta e
un amante della poesia. Non si oppone
apertamente al regime da cui dipende ma il suo sguardo disincantato permette
all’autore una evidente critica sociale
della Cina; un sistema di cui emergono tutte le debolezze e che è sempre più
vicino al collasso per un male vecchio come l’uomo: la cupidigia.
Pur trattandosi di letteratura di svago, i gialli
di Qiu Xialong hanno l’innegabile merito di aprirci una finestra su una realtà
sociale tanto lontana da noi e di mostrarcene gli innegabili difetti ma anche
di farci cogliere la raffinatezza culturale di un mondo per noi così lontano.
Le continue citazioni letterarie con cui Chen Cao infarcisce i suoi discorsi e
i suoi pensieri, ci danno la possibilità di accostarci all’antica cultura di
quel paese.
Francesca
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