sabato 1 febbraio 2014

Grete Hermann, Die Bedeutung der modernen Physik für die Theorie der Erkenntnis [Il significato della fisica contemporanea per la teoria della conoscenza], in G. Hermann-E. May-T. Vogel, Die Bedeutung der modernen Physik für die Theorie der Erkenntnis, Lipsia 1937, pp. 1-44.

Perché scrivere una breve recensione di questo saggio di Grete Hermann? Principalmente per farla conoscere. Grete Hermann si era laureata nel 1926, a Gottinga in matematica, con la grande Emmy Nöther, e in filosofia con Nelson. Convinta della necessità che la filosofia debba misurarsi con le nuove acquisizioni della scienza, nel 1935 andò a Lipsia presso il laboratorio di fisica quantistica, diretto da Werner Heisenberg. Il risultato di questa esperienza fu un lavoro, apprezzatissimo dallo stesso Heisenberg, pubblicato nello stesso anno col titolo I fondamenti epistemologici della meccanica quantistica (esiste una traduzione inglese di una versione ridotta). Si tratta della prima, importante presa di posizione in ambito filosofico della nuova fisica. Il testo è complesso e piuttosto tecnico. Tra l’altro contiene una confutazione del teorema di von Neumann che intendeva dimostrare l’impossibilità, in linea di principio, di assumere dei parametri nascosti in meccanica quantistica. Una confutazione sostanzialmente equivalente a quella che Bell proporrà, del tutto indipendentemente, negli anni ’60 del secolo appena trascorso e che, diversamente da quella della Hermannn,  avrà grande risonanza. Il saggio di cui si parla qui è più accessibile, ha un carattere più divulgativo e intende mostrare come la nuova fisica non sia in contrasto con il criticismo kantiano, nella formulazione che ne aveva dato Nelson.

Renato

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