domenica 23 febbraio 2014

J. Riel, Prima di domani, Iperborea 2009

La vicenda è ambientata nell’estremo nord attorno alla metà dell’800, presso una piccola comunità di Inuit (esquimesi). La vita degli uomini (questo è il significato della parola Inuit) è dura, ogni giorno bisogna fare i conti con la  natura inospitale e con i primitivi strumenti disponibili. Tuttavia essa è cadenzata da ritmi e da riti secolari che consentono un armonioso sviluppo ed un profondo rispetto delle altre forme di vita. La situazione precipita quando dei cacciatori di pelli occidentali vengono a contatto con la piccola comunità, bramosi di appropriarsi delle pellicce che per gli indigeni sono fondamentali per la sopravvivenza, per loro solo fonte di guadagno. Gli unici a salvarsi dalla strage perpetrata dai bianchi, sono un bambino e la nonna che si trovavano su una piccola isola, incaricati di essiccare carne e pesce per tutta la tribù. Ma anche il loro destino a questo punto è segnato: la vita è possibile solo all’interno della comunità.
Il romanzo affronta con efficacia, anche se talvolta in modo scoperto, il tema dei guasti che la contaminazione della cultura occidentale ed in particolare l’avidità  di sfruttare le ricchezze provocano alle civiltà più deboli, che vengono  cancellate senza esitazione. Interessante è notare come venga continuamente sottolineato che, pur nella precarietà della loro esistenza, totalmente dipendente dalla caccia e dalla pesca,  queste popolazioni “primitive” manifestano una evidente superiorità morale nel rispetto degli animali e dei membri più deboli della comunità in confronto ai “progrediti” occidentali.


Francesca

1 commento:

  1. "Come può essere che tutt'a un tratto ci si stufi di un sapore che prima piaceva tanto?"
    "Perché c'è tanta varietà di animali da cacciare", disse. "Se non ci si stufasse di quello che piace di più, non si caccerebbe altro e così un giorno quell'animale sparirebbe."

    A dimostrazione del fatto che non è la grande conoscenza a rendere le persone sagge... Un libro dolcissimo e al tempo stesso amaro, ma colmo d'amore per la Natura che ci ospita.
    Consigliatissimo... anche solo per riflettere un po'...

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