sabato 8 febbraio 2014

E.Strout, Olive Knitteridge, Fazi 2009

Con questo libro Elizabeth Strout ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2009.
Più un romanzo che una raccolta di racconti come potrebbe sembrare a prima vista. Non solo perché il personaggio di Olive Knitteridge fa da fil rouge ma perché varie prospettive della condizione umana corrono parallele, fino a mostrare, in questa molteplicità, un quadro unitario.
Il microcosmo in cui, in modo del tutto contingente, si compie questa analisi, è un insignificante paese del  Maine. Olive non è un’eroina, è spesso scorbutica, scostante, arrabbiata, piena di difetti  e ,proprio per questo, umana. Lo stesso vale per tutte le figure che si incontrano o scontrano, in queste pagine. È questa, oltre alla struttura narrativa, la forza del romanzo: l’assoluta normalità dei personaggi.
Nulla di veramente rilevante accade, nessun colpo di scena. Eppure i momenti descritti dall’autrice rappresentano tasselli fondamentali nella vita di Olive. Una figura burbera e, al contempo, affascinante.
Scrittura piana, apparentemente banale ma in realtà efficace ed espressiva

Ciliegina sulla torta: Olive è un’insegnante di matematica in pensione !



Francesca

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