mercoledì 5 febbraio 2014

Virginia Woolf, La signora Dalloway

Il romanzo narra la giornata della Signora Dalloway, moglie di un deputato, che una mattina presto si reca a prendere dei fiori per la festa che sta organizzando per la sera stessa a casa sua e del marito. Mentre passeggia per le strade di Londra, Clarissa ricorda la sua giovinezza e i giorni felici trascorsi con l’amica Sally Seton e Peter Walsh, l’amante respinto per sposare il più ricco Richard Dalloway. Mentre sta per entrare in un negozio di fiori vede Septimus, veterano della Prima Guerra Mondiale, affetto da disturbi mentali e a lei sconosciuto, che passeggia in compagnia di una donna.
Tornata a casa Clarissa riceve la visita di Peter Walsh rientrato da poco dall’India e, in seguito, comincia a prepararsi per la festa. Qualche ora dopo, durante la festa, a Clarissa viene portata una notizia che rivela una profonda connessione tra la padrona di casa e Septimus, nonostante i due non si conoscessero.
Virginia Woolf utilizza la tecnica del monologo interiore per narrare la vicenda, espediente che rende difficile la comprensione delle prime pagine del romanzo in quanto ci si trova catapultati nel flusso ininterrotto dei ricordi di Clarissa. Nonostante questa prima difficoltà, proseguendo nella lettura, si viene totalmente assorbiti dal mondo di rimpianti e inquietudini della protagonista, descritto perfettamente dalla frase “Siamo tutti in un carcere” mormorata alla fine da Sally e Peter.

Linda Barbieri III B liceo classico

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