sabato 8 febbraio 2014

Elle Newmark, L'apprendista di Venezia

Luciano, il protagonista, ormai vecchio ripercorre la sua storia: da ragazzo,orfano, vive di espedienti nella vivace e affollata Venezia del 1498.
A seguito di un piccolo furto al mercato, la sua vita prende una piega completamente diversa: viene notato dal capocuoco del doge, che lo prende come apprendista.
Per Luciano si apre un universo nuovo, quello della cucina del ricco palazzo; il suo maestro lo introduce a quella che può essere considerata una vera e propria filosofia dei sapori.
Nel contempo intorno al doge si muovono trame segrete e ambizioni, ma soprattutto si cerca un libro misterioso, che tutta Venezia brama, ma di cui nessuno conosce il contenuto. Si dice contenga formule magiche, o qualche alchimia: qualcuno lo cerca per brame di potere, altri di ricchezza, Luciano per conquistare la sua Francesca, il doge, vecchio e malato, per ottenere l’immortalità.

Ho trovato il romanzo avvincente per diversi motivi, ma ne segnalerei tre: le descrizioni di Venezia e della cucina del doge, con un intreccio di colori, sapori, odori, suoni… la riflessione sull’arte culinaria come depositaria di un grande sapere, che può essere solo di pochi.
E poi la grande figura del capocuoco Ferrerò, che ha “occhio” nello scegliere il discepolo che accompagnerà in un paziente lavoro verso la Conoscenza (non solo dei segreti della cucina) e a cui lascerà il compito di continuare a trasmettere l’amore per il sapere, per ogni forma di sapere, senza pregiudizi.

Elisa Guizzetti

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