Immigrato clandestino come tanti nonostante l’apparente
diversità, Madut, il protagonista di questo romanzo, si trova sbalzato in una
realtà che non capisce, in un mondo a lui totalmente estraneo con ancora nel
cuore i drammi del suo passato africano e come unica compagnia i ricordi di chi
non c’è più. La sua solitudine viene a volte, superficialmente scalfita dagli
altri emarginati come lui: prostitute, barboni, altri immigrati. Ma appare subito chiaro che il suo destino è
inesorabilmente segnato: non c’è scampo per chi nasce tra i poveri della terra
e la solidarietà è un lusso che spesso i
disperati non possono concedersi. Il perbenismo poi si occupa di fare il resto.
Molto attuale e interessante il tema dell’immigrazione
clandestina e della sostanziale incomunicabilità di realtà che fisicamente si
incontrano ma senza mai entrare in contatto o meglio ancora in dialogo.
L’esperienza di Senesi come giornalista inviato nelle zone “calde” e il suo
impegno come collaboratore di Emergency traspaiono chiaramente nella narrazione
e nella prospettiva del racconto. Letterariamente però il romanzo non regge: poco convincente il passaggio dal mondo quotidiano
all’intreccio magico del mondo tribale . Si ha l’impressione che il linguaggio
non sorregga un progetto il cui scopo è fin troppo manifesto.
Francesca
In effetti, ho letto il libro domandandomi quanto sarebbe finito male... forse non poteva che finire così, però mi ha lasciato una grande amarezza! La storia mi è piaciuta, perché ha ampliato la mia visione della realtà, ma il destino di Madut era davvero segnato...
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