sabato 8 febbraio 2014

G.L.Mosse, L'immagine dell'uomo, Einaudi 1997

La società occidentale, si sa, è sempre stata governata dagli uomini (intesi come maschi); ma, a parere di Mosse, solo in epoca moderna lo stereotipo della mascolinità è stato istituzionalizzato. Mosse, servendosi del materiale più diverso (la propaganda, l’arte, il cinema, la letteratura, la musica popolare, l’affermarsi della ginnastica e dello sport) segue l’affermarsi di questo stereotipo dal XVIII secolo fino alla sua forma più esasperata, anche perché fortemente contrassegnata da elementi razzisti, nel Nazionalsocialismo. L’uomo dunque deve essere forte, coraggioso, audace, bello, con un corpo scolpito dall’attività fisica. Il “vero uomo” deve possedere forza di volontà, senso dell’onore, capacità di sopportare stoicamente il dolore, di controllare le passioni, diversamente dalla donna, dall’uomo effeminato, dalle razze “brutte” come l’ebreo o lo zingaro. Una luce di speranza sembra venire, secondo Mosse, dalla cultura giovanile che, rifiutando i vecchi valori borghesi, rifiuta anche l’esaltazione della mascolinità, proponendo una nuova immagine del maschio. Tuuttavia, come ci avverte Mosse, poiché la mascolinità è stata uno dei collanti della società moderna, l’ideale virile è difficile da debellare e continua a prosperare accanto alla nuova mentalità che fatica a imporsi. Lo sappiamo fin troppo bene, purtroppo. E tuttavia, come ci avverte Mosse in conclusione del suo bellissimo libro, “chiunque voglia cambiare la società (…) deve tener conto dello stereotipo maschile.

 Renato

1 commento:

  1. Grazie di questa recensione, nell'ultimo periodo le questioni di genere mi stanno interessando parecchio e spero, con la lettura del libro, di poter approfondire questa visione di un "machismo" tutto novecentesco.
    Nonostante si possa forse intravedere una maggior apertura nella mentalità della mia generazione, lo stereotipo maschile e, di conseguenza, anche quello femminile, sono davvero difficili da oltrepassare e così radicati nei rapporti di ciascuno di noi, da portarci ad un rispetto inconsapevole della loro rigidità, dei loro schemi fissi e ruoli predefiniti.
    E' proprio vero che, probabilmente, finchè questi non verranno messi in discussione, ben poco nella società potrà cambiare.

    Letizia Pasinelli, IIIB Classico

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