venerdì 17 gennaio 2014

Raffaello Incarbone, Prospettive esotiche

Lo scrittore è dottore di ricerca in Fisiopatologia chirurgica, nonché autore di pubblicazioni scientifiche e collaboratore in progetti di sviluppo in Africa ed Asia. Raccoglie impressioni e ricordi, spesso autobiografici, di un giovane che sogna un mondo più giusto e poi si trova medico volontario in un Paese del Terzo mondo a soccorrere gli ultimi, tra insicurezza, povertà, razzie e violenze tra tribù e clan rivali, saccheggi, rappresaglie, sangue e dolore. In un centro per bambini poliomelitici, l'instancabile chirurgo ritrova il vero spirito della medicina, spirito che nei Paesi sviluppati, talvolta si è perso in nome del Dio Denaro, una falsa divinità, che rende gli individui sempre più  Poveri. 
"Non ho mani abbastanza per accarezzare tutti, mentre mi si stringono addosso bisognosi d'affetto; guardo a terra e sogno un giorno, un solo giorno di felicità per questi bambini, un giorno, in cui  vorrei tanto portare loro solo dei giocattoli. Almeno un giorno...", scrive Incarbone, riuscendo, con poche parole, ma semanticamente sconvolgenti a rivelare le carte vincenti per essere un buon medico: unire capacità professionali a doti umane; diversamente si potrà essere solo dei bravi esecutori, sempre secondi a quei dottori, che, oltre ad essere tali, sono anche persone di valore.

Dionisia.





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