domenica 26 gennaio 2014

G.Leopardi-M.Hack, Storia dell'astronomia dalle origini ai giorni nostri, Ed. dell'Altana 2011

La strana coppia. Cosa ci fanno insieme Giacomo Leopardi, uno dei massimi poeti della letteratura italiana, e Margherita Hack, astrofisica di fama mondiale, accademica dei Lincei, prima donna a dirigere un Osservatorio Astronomico? Semplice. Ciò che li unisce è l’interesse per l’astronomia e per la sua storia. Nel 1813, un Giacomo appena quindicenne scrisse infatti una Storia dell’astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXI. Il lavoro fu portato a termine in pochi mesi, nell’isolamento di Recanati, e non si può non restare sbalorditi davanti all’incredibile competenza del giovanetto, sia in campo linguistico (greco, latino, ebraico) sia in campo scientifico. La sua ricostruzione storica (nella presente edizione da p. 13 a p. 367!), benché basata in gran parte su fonti di seconda mano, è sostanzialmente corretta, tanto che Margherita Hack si è potuta limitare a riprenderla più o meno dove l’aveva lasciata Giacomo (la narrazione della Hack comincia con la scoperta, da parte di Giuseppe Piazzi del pianetino Cerere, il 1° gennaio 1801), per guidarci, tra galassie e neutrini, fino al 2010.
Ecco un bell’esempio di incontro tra cultura umanistica e cultura scientifica; ma del resto questa separazione tra le due culture è piuttosto recente e non ha nulla a che fare con l’Umanesimo. Non è forse vero, tanto per dire, che Schrödinger, uno dei padri della meccanica quantistica, traduceva Omero dal greco in tedesco e Goethe dal tedesco in inglese?


Renato

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