Dopo il successo letterario e
cinematografico della saga di Harry Potter, J. K. Rowling ci riprova, e lo fa
con un romanzo stand-alone dal titolo
“Il seggio vacante”. Niente a che fare dunque col maghetto occhialuto protagonista
di ben sette volumi; niente a che fare, inoltre, con la narrativa per bambini.
“Il seggio vacante” è infatti un libro scritto e pensato per adulti che si
svolge nel microcosmo della cittadina inglese di Pagford, tenacemente attaccata
alle proprie tradizioni, ovvero a un sistema chiuso di pregiudizi e di
parentele. La pacifica vita di Pagford viene sconvolta dalla morte improvvisa
di un consigliere comunale, Barry Fairbrother, il quale si stava battendo per
la riqualificazione dei Fields, un
quatiere periferico e degradato di Pagford di cui i cittadini benpensanti
desiderano da anni liberarsi. Il quatiere dei Fields, con i suoi problemi di tossicodipendenza, abusi e piccola
criminalità collide infatti con la morale perbenista dei pagfordiani, con la
sua storica abbazia appena restaurata, i viali acciottolati, i negozi tipici, i
prati ben curati, i sorrisi falsi e le cortesie ipocrite. Il seggio vacante e
la competizione per la successione del defunto Barry Fairbrother scatena tutte
le gelosie e gli egoismi a lungo repressi e dissimulati, rivelando il marcio
della comunità di Pagford.
Come già detto, J. K. Rowling ci
riprova, ma in parte non riesce. Rispetto a Harry
Potter, l’autrice non riesce a rendere “vivi” i tanti personaggi che
affollano Pagford, che non appaiono abbastanza dotati di interiorità. La
scrittura resta semplice, scorrevole, ma il romanzo coinvolge a tratti e le
caratterizzazioni sono solo abbozzate.
Giacomo
L'ho letto e mi è piaciuto. L'autrice merita il successo che ha avuto creando il mondo di Harry Potter, ed il confronto con la potenza narrativa dispiegata nei sette romanzi della saga è davvero duro! Ma grazie ai personaggi, forse sì un po' troppo "tutti d'un pezzo", e alla vicenda che precipita in una catena di azioni e reazioni, l'ho letto tutto d'un fiato, E' anche un libro "arrabbiato" con il perbenismo, i pregiudizi, le discriminazioni... una tensione ideale presente anche nel racconto del mondo magico. Lo consiglierei, magari senza pensare troppo a chi l'ha scritto.
RispondiEliminaL'ho letto e ... non mi è piaciuto. Le descrizioni delle situazioni in alcuni aspetti mi sembrano un po' troppo esasperate ed estremizzate. Forse sono un'illusa, ma mi auguro che la società non sia così fatiscente e falsa come viene presentata in questo libro, spero che i ragazzi non siano così falsi e negativi (l'unica abbastanza sincera è quella che finisce male!), spero che nella nostra società esistano adulti "veri", ... voglio SOGNARE almeno quando leggo un romanzo
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