giovedì 5 dicembre 2013

Ruta Sepetys, Avevano spento anche la luna

«Il male regnerà finché dei bravi uomini e delle brave donne non decideranno di agire.» Queste sono le parole della protagonista di questo romanzo che racconta la storia del popolo lituano sotto al regime di Stalin.
14 giugno 1941. Lina Vilkas, una quindicenne lituana, figlia di un professore universitario,  viene svegliata nel cuore della notte e, insieme alla sua famiglia, inizierà il viaggio peggiore della sua vita: quello della deportazione. Caricata su un treno merci insieme ad altri lituani di ogni età e condizione sociale, vedrà le atrocità commesse dai generali russi, fino ad arrivare in un campo di lavoro in Siberia. Qui, grazie al suo talento nel dipingere, riuscirà a sopravvivere e a conservare la memoria e la propria identità; costretta a lavorare fino allo sfinimento, riuscirà comunque a non perdere se stessa e a trovare l’amore. 
Questa non è una storia vera, ma si basa su reali testimonianze di lituani deportati nei campi di lavoro russi. Un libro interessante e con un finale positivo, nonostante la tematica trattata. Tematica importante in quanto racconta storie spesso dimenticate o silenziate, che invece devono avere la loro voce ed essere ricordate.

Asia Corna, 3 A liceo classico

1 commento:

  1. L'ho letto e mi è sembrato interessante, più che letterariamente bello, perché ci ricorda come molti, purtroppo, siano stati gli "olocausti" nella storia anche recente. Troppi quelli dimenticati !

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