Albert
Schweitzer (1875-1965), chi era costui? Penso di non sbagliarmi se dico che le
nuove generazioni non saprebbero rispondere a questa domanda. Ebbene, Albert
Schweitzer fu una delle personalità più eminenti del XX secolo. Egli fu
teologo, filosofo, musicologo, musicista, medico, filantropo. Nel 1953 gli
venne assegnato il premio Nobel per la pace. Da ragazzo si era ripromesso di
lavorare per sé fino ai trent’anni e poi di lavorare per gli altri. Così fece.
Compiuti i trent’anni voltò le spalle ad una promettente carriera
internazionale da organista, alla cattedra di teologia, si laureò in medicina,
specializzandosi in malattie tropicali e partì per Lambaréné, in Gabon, ove fondò
un ospedale. L’attività di medico e i viaggi in Europa per tenere concerti e
conferenze, con lo scopo di raccogliere fondi per il suo ospedale, non gli
impedirono di continuare ad occuparsi di filosofia e di teologia. Il piccolo
libro di Colombo si concentra su due aspetti principali del pensiero di
Schweitzer: la denuncia della crisi morale della civiltà europea e la
fondazione di una morale universale, sintetizzabile nell’espressione “rispetto
per la vita”. Rispetto per ogni forma di vita animale e vegetale. Ha fondamento
razionale, a parere di Schweitzer, soltanto quell’etica che estende senza
limiti la responsabilità umana nei confronti di tutto ciò che vive. Dobbiamo
farci carico di questa responsabilità, con coerenza, sempre e comunque.
Renato
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