martedì 17 giugno 2014

L.Canfora, Gli antichi ci riguardano, Il Mulino 2014

Finalmente qualcuno (se non Canfora chi ?) che osa prendere apertamente posizione contro la
pedagogia buonista e le riforme della scuola e in parte dell’Università, ad essa ispirate e che hanno portato alla catastrofe che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
Una pedagogia secondo la quale “sapere di meno fa più democratico” ed alla quale invece Canfora contrappone questi aurei principi: “Il corso di studi dovrebbe avere come principale risultato la mutazione di un soggetto necessariamente eterodiretto e subordinato ad una autorità forte e indiscussa, in soggetto pensante nei confronti del quale la disciplina diviene tutt’altra cosa: diviene consapevole accettazione e poi assunzione di un abito critico”.
Il tema del libro, evocato dal titolo è la domanda se sia ancora utile ed opportuno occuparsi della storia e della cultura classica. Con la consueta intelligenza Canfora non si accontenta degli argomenti solitamente addotti in favore della cultura classica che gli paiono caratterizzati da uno sterile autocompiacimento. Secondo l’autore ciò che di più proficuo il mondo antico ci insegna è  affrontare la complessità e la problematicità della realtà . Questa capacità è particolarmente auspicabile oggi, quando tutto sembra appiattito e banalizzato e le vie più comode sono le più praticate.
“Qual è il grande vantaggio di interpellare questi antichi? Essi non hanno scelto la via consolatoria. Ci insegnano a scartare le risposte facili e le facili consolazioni e autoassoluzioni”


Francesca

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