lunedì 19 maggio 2014

Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura

Avete deciso di cambiare vita e di fare un lungo viaggio: sapete già che il viaggio sarà pieno di imprevisti, ma ancora non sapete che avrete a disposizione solo un piccolo sacchetto di plastica, nel quale infilare tutto ciò che volete portare nella vostra nuova vita. Un sacchetto, un piccolo sacchetto… e un viaggio davvero lunghissimo e pericoloso, pieno di ostacoli che non potete nemmeno immaginare.
Samia nel piccolo sacchetto riesce a infilare gli affetti che ha lasciato, ma, soprattutto, il suo sogno e la sua speranza di realizzarlo.
Non ha nemmeno 17 anni e la vita l’ha già messa alla prova: è nata in mezzo alla guerra, ha perso il suo migliore amico, ha perso suo padre e per realizzare il suo sogno – gareggiare alle Olimpiadi di Londra del 2012 – ha dovuto accettare di allenarsi con il burqa. E quando tutto questo diventa insostenibile, è animata dalla speranza: in qualche modo raggiungerà l’Italia e da lì il nord Europa, dove la sorella potrà aiutarla ad allenarsi.

Un libro che fa male, ma che è importante leggere. Forse perché ogni volta che sentiamo di nuovi sbarchi o naufragi, ci concentriamo solo sui numeri e i numeri non ci trasmettono le emozioni, le paure, le speranze e i sogni che i migranti portano nel cuore. Per una volta, concentriamoci su una storia e lasciamoci straziare il cuore dal dolore per un sogno infranto, per una giovane vita che non ha avuto futuro.

“Non devi mai dire che hai paura, piccola Samia. Mai. Altrimenti le cose di cui hai paura di credono grandi e pensano di poterti vincere.”

Daniela

Nessun commento:

Posta un commento