David Hilbert è giustamente considerato
il campione del formalismo, cioè di quella corrente del pensiero matematico che
intende escludere ogni riferimento all’esperienza e all’intuizione, dando un
fondamento puramente logico alle scienze matematiche. In particolare nella sua
opera fondamentale, I fondamenti della
geometria (recentemente riproposta in italiano) egli propone una rigorosa
riorganizzazione assiomatica della geometria, in cui gli assiomi non esprimono,
in linea di principio, alcun contenuto che non sia quello dato dalle loro mutue
relazioni di tipo puramente logico. Gli assiomi diventano così delle
definizioni implicite dei concetti e dei termini primitivi che contengono.
Hilbert, però, era consapevole del valore euristico e soprattutto didattico
dell’approccio intuitivo e questo libro ne è uno splendido esempio. L’idea che lo
anima è quella di avvicinare ai problemi della geometria contemporanea
(geometria iperbolica, ellittica, proiettiva, ecc., fino alla topologia), senza
fare ricorso ai complessi strumenti matematici, che sono pur sempre necessari,
è ovvio, per una piena comprensione della scienza. Insomma, secondo Hilbert,
basandosi sull’intuizione, è possibile «rendere facilmente accessibili i vari
fatti e i problemi geometrici; anzi in molti casi è possibile dare un cenno sui
metodi di ricerca e di dimostrazione che conducono alla conoscenza dei fatti».
Di più, egli ritiene che il ricorso al metodo intuitivo possa contribuire ad
avvicinare alla matematica anche chi non la guarda con simpatia. Non vi sembra
possibile? Provare per credere. Il libro è di una chiarezza e di
un’intelligenza che lascia senza fiato.
Renato
da leggere! me lo prendo come compito per l'estate
RispondiEliminaCarolina