Quello che ho appreso dal diario di Paolo Mazzucchelli, è che SKOSSA era un gruppo di persone. Un gruppo di persone coraggiose. Musicisti e non, esperti e semplici conoscitori, impiegati e imprenditori, insegnanti e studenti, un gruppo misto accomunato da una singola arte: la musica. Stimolati dall'assenza di veri eventi-concerto professionali hanno deciso di crearli loro, hanno dimostrato che il miglior modo per ottenere qualcosa è agire è non criticarne l'inesistenza. Uniti dal potere del suono e differenziati solamente dal genere esibito sul palco, il gruppo ha costruito, a partire dal 1989, un evento culturale d'importanza e bellezza artistica fenomenale. SKOSSA ha dimostrato che le rock star prendono il pullman con noi, che frequentano lo stesso barbiere, che si annoiano come noi in posta e che anche loro si farebbero volentieri la biondina del supermercato. Tanti "piccoli" concerti, tante piccole skossette animavano queste serate, che, ahimè, spero di poter contemplare un giorno, ma che in parte, grazie allo stile fluido e accattivante di Paolo, ho forse già vissuto. SKOSSA è un gruppo. SKOSSA è un evento. SKOSSA è ricchezza gratuita. Una ricchezza che il denaro non compra, la ricchezza dell'arte e della cultura, acquistabile solo tramite la curiosità e l'ardire di persone come quelle partecipanti e organizzatrici dell'evento.
Un piccolo diario, semplice, ma salvatore d'un intero mondo culturale. Fossi in voi, mi darei una "SKOSSA" a dargli una lettura.
Andrea Serventi, 5^A Liceo Scientifico
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