mercoledì 22 ottobre 2014

La giornata a tema del 18 ottobre

Una recensione "en passant" su una particolare mattinata al Liceo Celeri 
"Due parole" sulla giornata a tema, organizzata dai ragazzi del nostro Liceo sabato 18 ottobre sulla delicata questione della sicurezza stradale, nonché in memoria di una giovane liceale,  tragicamente scomparsa nel 2004, dopo esser stata investita da un' automobile, guidata da un conducente in stato di ebrezza. 
Raramente in altre giornate di questo tipo si è notata una partecipazione così sentita, in alcuni momenti commossa da parte dei ragazzi e di tutti i presenti, a cui sono state fornite informazioni sulla tematica in programma; informazioni accompagnate da immagini e dall'accorata voce di chi ha vissuto sulla propria pelle la tragicità della perdita di una persone cara a causa dell'irresponsabilità di automobilisti distratti e/o ubriachi o quant'altro...
Pleonastico sottolineare che tali testimonianze avessero, causa di forza maggiore, insita una certa drammaticità, che molti insensibili commenti su Facebook hanno visto come uno squallido tentativo di fare audience. Come pensare ad un'eventualità tanto meschina dietro a così tragici vissuti? Non si discutono i gusti "ad personam", ma la mancanza di elitarietà d'animo di chi pubblicamente ha potuto anche solo dubitare che l'unico fine di una giornata di questo tipo fosse quello di sensibilizzare i ragazzi alla questione della sicurezza stradale, tematica per altro ineluttabilmente collegata a problemi altrettanto gravi e purtroppo sempre più diffusi tra i ragazzi, come l'abuso di alcool e/o di stupefacenti. 
Per quanto concerne la seconda parte della mattinata, dedicata ad una rassegna canora, di pezzi musicali di generi diversi, accompagnati da ballerini e/o da musicisti, non avendo sicuramente avuto velleità di competizione a livello internazionale, ma semplicemente il fine di intrattenere il pubblico con una proposta volta anche a stemperare l'inevitabile drammaticità della prima parte, è indubbio si possa dichiarare complessivamente riuscita.
Quale la nostra chiusa?
La "pars costruens" di una critica è sempre piacevole, quando è innegabile il buon fine sotteso all'oggetto della critica stessa!!

La professoressa Vittori in collaborazione con la  IV A liceo scientifico

1 commento:

  1. La verità sta in un paradosso: in questo mondo di comunicazioni a vari livelli, non siamo capaci di usare le parole. Perché usare le parole non significa solo scrivere bene, ma significa avere il senso del rispetto e rendersi conto che le nostre parole possono diventare armi, possono ferire, fare del male...
    E non esiste la libertà assoluta: non possiamo goderci fino in fondo la nostra libertà se la usiamo solo per ferire. Infine, credo sia importante rendersi conto che tutto ciò che scriviamo sui social e, in genere, in internet, è pubblico, tanto pubblico che, forse, renderci conto di quanti realmente leggono i nostri sfoghi, i nostri "diari", ci aiuterebbe a dosare i nostri interventi...
    La giornata aveva lo scopo di sensibilizzare i nostri ragazzi, di renderli consapevoli che la vita è molto più complicata di quanto si possa percepire durante l'adolescenza (anche se sembra complicata da matti, a quell'età, quella vera è ancora peggio!)... due persone sono salite sul palco e avevano un unico obiettivo: impedire che altri debbano provare il dolore immenso che loro hanno sperimentato. Mi è spiaciuto dover prendere atto che questo messaggio non è passato.
    Per me la giornata è stata davvero pesante, emotivamente parlando, ma speravo che ne fosse valsa la pena... dopo gli interventi che ho letto sui social, non ne sono più così sicura...
    Peccato... temo sia stata sprecata un'occasione preziosa!

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