Come recita il sottotitolo, il libro è la storia di Gianna e Neri, “eroi scomodi della Resistenza”, così scomodi che, nonostante sia stata fatta giustizia sulla loro storia da personalità politiche come l’ex presidente della Repubblica Ciampi, la “cancellazione della loro memoria resiste e ancora non ha trovato accoglienza in tanti ricordi e fonti storiche”. Gianna e Neri hanno offerto la propria vita per la causa della resistenza, impegnandosi nella lotta partigiana, ma la loro morte non è stata causata dai nemici che combattevano. Non dimentichiamo che “all’interno dei drappelli di partigiani disseminati per montagne e valli si consumarono micro e macro conflitti, omicidi, giustizia sommaria fino a oggi ignorati.”
Questa “tragica avventura” ci viene presentata “non solo come un episodio della Resistenza ma anche della post-Resistenza, un periodo durato anni, in cui ci si rifiutò di far luce su quell’intreccio di omertà, di paure e di reciproche coperture che alla fine frutteranno carriere, riconoscimenti, onori. Questa storia ci riporta anche ai conflitti interni alle bande partigiane al tempo della loro organizzazione in strutture militari. A una lotta per la sopravvivenza molto più difficile, aspra, dolorosa di quanto non appaia da tanti racconti, a volte edulcorati, della guerra partigiana.”
Ne raccomando la lettura soprattutto agli alunni di quinta, che studieranno quest’anno, tra le pagine del libro di storia, il secondo conflitto mondiale.
Daniela
Questa periodo storico è poco conosciuto soprattutto in valle dove sono avvenuti fatti importanti che hanno lasciato tracce profonde e indelebili.
RispondiEliminaNon posso che unirmi all'invito della prof. Leggete.