venerdì 28 marzo 2014

Margaret Mazzantini, Splendore

Un uomo e il suo percorso di vita...
Un uomo e le sue paure...
Un uomo come tanti, che fa il suo percorso di vita, conoscendosi ogni giorno un po' meglio, grazie agli incontri che arricchiscono il suo cammino: la madre, lo zio, la moglie, l'amico omosessuale, la segretaria di facoltà... e Costantino, con il quale ha condiviso l'infanzia, l'adolescenza e quella giovinezza che li vede più vicini che mai.
Guido, il protagonista, fa ruotare le sue scelte attorno a quelle di Costantino, finché il destino fa sentire la sua forza.

Un libro che coinvolge e stupisce...
Un libro che interroga e che invoglia a guardare il proprio percorso proprio come fa il protagonista, a tratti distaccato, ma sempre coinvolto nelle vicende che hanno determinato le sue scelte.

Una prosa bellissima, quella della Mazzantini: intere pagine che vorrei citare, non solo per il contenuto, ma per il suo modo poetico di esprimersi!

Consigliatissimo!

Daniela

2 commenti:

  1. Condivido il giudizio di Daniela riguardo alla prosa della Mazzantini.Confesso però che il personaggio non mi ha sempre convinto, mi è parso, a volte, una costruzione troppo "cerebrale", eccessiva. In ogni caso una lettura da affrontare

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  2. Parla di diversi tipi di amore e di diversi tipi di morte. Di amore perché oltre quello dei protagonisti si sente forte quello di Guido per la madre, e il senso dell’abbandono. Quello per la moglie e quello pieno di complicità per la figlia. L’amore per la sua unica vera amica, alla quale Guido aveva portato delle mimose, le stesse mimose che costituiscono l’immagine più forte della fine. La morte è invece vista da diversi punti di vista… la morte della madre in fondo già iniziata nell’infanzia del giovanissimo protagonista affidato a quelle anonime presenze che si alternavano nella sua casa vuota. La morte della moglie i per una malattia che la rendeva nel tempo sempre meno somigliante a se stessa. Quella dell’amica per suicidio, un suicidio che Guido non aveva mai ritenuto possibile, mai immaginato e infine quella di Costantino, che pur non essendo morto è come se lo fosse. Il suo nome pronunciato al contrario manifesta una morte ben più subdola di quella reale, quella per snaturamento, tradimento di tutto il suo vissuto. Una morte per irriconoscibilità.
    E così questo splendore, si rivela uno dei libri più struggenti della Mazzantini, osservatrice della realtà, acuta interprete dei sentimenti più intimi dell’animo umano, dove tutto può avere luce, o tingersi di nero buio. E infine il tema del viaggio, forse proprio per questo il protagonista si chiama Guido. E Guido corre con la sua moto, alla quale mette un nome, River. E river è fiume ma anche riva. E river è scorrere ma anche arrivare. E la ricerca di se stessi è come lasciarsi andare alle acque tumultuose di un fiume, ma è anche esser capaci di interpretare questo viaggio come una riva, placida e tranquilla, dove potersi riposare, proprio come Guido che aveva scoperto che sopra la sua moto, poteva anche dormire.

    Paola Campanella

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