L’autore è un giornalista nato in Polonia (oggi Bielorussia) nel 1932 e morto nel 2007. E’ stato uno dei più grandi giornalisti del Novecento e qui racconta i suoi primi passi con inviato all’estero, in Cina, in Egitto, in Africa. Mentre scopre una realtà molto più complessa di quanto credesse e impara a raccontarla nel modo più onesto possibile, porta con sé le Storie di Erodoto da leggere nei momenti di solitudine. Kapuscinski impara molto dallo storico greco: a vedere, toccare con mano, raccogliere dati, confrontarli ed esporli.
Ecco due citazioni da Kapuscinski:
«Il viaggio a scopo di reportage esclude qualsiasi curiosità turistica, esige un duro lavoro e una solida preparazione teorica, per esempio la conoscenza del terreno su cui ci si muove. È un modo di viaggiare senza un momento di relax, in continua concentrazione e raccoglimento. Dobbiamo essere consapevoli che il luogo nel quale siamo giunti ci viene concesso una sola volta nella vita, che probabilmente non ci torneremo mai più e che abbiamo solo un'ora per conoscerlo. In un'ora dobbiamo registrare l'atmosfera e la situazione, vedere ricordare, sentire più cose possibili. Il viaggio a scopo di reportage esige un surplus emotivo e molta passione. Anzi la passione è l'unico motivo valido per compierlo. È per questo che così poche persone praticano reportage su scala mondiale. Di tutti i reporter che viaggiavano per il mondo negli Anni Sessanta ci sono rimasto solo io. Gli altri sono diventati stanziali».
«Più si conosce il mondo, più ci rendiamo conto della sua inconoscibilità e sconfinatezza: non tanto in senso spaziale, ma nel senso di una ricchezza culturale troppo vasta per poter essere conosciuta»
Se vi piacciono i paesi lontani, vi incuriosice il lavoro di un inviato speciale, volete riscoprire Erodoto al di fuori dalla scuola; se avete voglia di una lettura interessante e mai stancante, questo libro fa per voi.
Giovanna
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