Gli
amanti dell’Opera sono riuniti alla Fenice a Venezia. Un campanello annuncia
l’inizio della rappresentazione, scende il silenzio ma il direttore non
compare. È disteso, morto, nel suo camerino. Il Commissario Brunetti, rapidamente
intervenuto, conclude che si tratta di avvelenamento ma soprattutto che la
vittima si era fatta diversi nemici durante la sua carriera e nella vita
privata e dovrà scoprire chi poteva maggiormente desiderare la morte del
maestro
Poteva una
patita di gialli seriali, innamorata di Venezia, lasciarsi sfuggire le vicende
del commissario Brunetti ambientate nelle calli veneziane, con sottofondo di
dialetto veneto e di ombre di vino? Nemmeno l’ignoranza dell’inglese (una volta
tanto veramente sentita come colpa) poteva fermarmi. Ecco quindi che le
traduzioni francesi di romanzi che sicuramente non sono capolavori letterari ma
onesti e, perché no, piacevoli passatempi mi sono venute in soccorso.
I gialli di
Donna Leon, americana residente a Venezia da ormai vent’anni, ci dimostrano
come la scrittrice sia ormai un’ottima conoscitrice non solo di Venezia ma
dell’italianitudine nelle sue varie accezioni. Difficile non riconoscere tratti
tanto comuni del nostro mondo (come il malaffare e la corruzione) ma anche profumi
della nostra cucina e del nostro vino.
Generalmente c’è una storia “esterna” che viene
utilizzata per poi aprire un discorso sociologico generale, legato in qualche
maniera alla situazione della società, e una riflessione psicologico-introspettiva
sulla personalità di Brunetti.
Francesca
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