sabato 12 ottobre 2013

Donna Leon, Mort à la Fenice

Gli amanti dell’Opera sono riuniti alla Fenice a Venezia. Un campanello annuncia l’inizio della rappresentazione, scende il silenzio ma il direttore non compare. È disteso, morto, nel suo camerino. Il Commissario Brunetti, rapidamente intervenuto, conclude che si tratta di avvelenamento ma soprattutto che la vittima si era fatta diversi nemici durante la sua carriera e nella vita privata e dovrà scoprire chi poteva maggiormente desiderare la morte del maestro
Poteva una patita di gialli seriali, innamorata di Venezia, lasciarsi sfuggire le vicende del commissario Brunetti ambientate nelle calli veneziane, con sottofondo di dialetto veneto e di ombre di vino? Nemmeno l’ignoranza dell’inglese (una volta tanto veramente sentita come colpa) poteva fermarmi. Ecco quindi che le traduzioni francesi di romanzi che sicuramente non sono capolavori letterari ma onesti e, perché no, piacevoli passatempi mi sono venute in soccorso.
I gialli di Donna Leon, americana residente a Venezia da ormai vent’anni, ci dimostrano come la scrittrice sia ormai un’ottima conoscitrice non solo di Venezia ma dell’italianitudine nelle sue varie accezioni. Difficile non riconoscere tratti tanto comuni del nostro mondo (come il malaffare e la corruzione) ma anche profumi della nostra cucina e del nostro vino.

Generalmente c’è una storia “esterna” che viene utilizzata per poi aprire un discorso sociologico generale, legato in qualche maniera alla situazione della società, e una riflessione psicologico-introspettiva sulla personalità di Brunetti.

Francesca

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