Che Stephen King sia un affermato autore di bestseller da incubo lo sanno tutti, che sia anche capace di brevi, ma travolgenti storie lo sanno in pochi. È così che nasce “Al crepuscolo”, una raccolta di 13 racconti da brivido con cui l'autore ha iniziato la sua carriera e che invita a riscoprire. Con questo libro, dimostra di sapersi destreggiare in tutti i campi che lo hanno reso famoso e di riuscire a condensare in poche righe, situazioni a cui normalmente avrebbe dedicato un capitolo. Tuttavia, come in ogni galleria, opere notevoli si trovano a fianco di alcune mediocri, ma tutto sommato piacevoli. Non viene meno lo stile che lo ha contraddistinto dagli esordi, fino ad incoronarlo maestro del thriller. La sua capacità di creare suspense è decisiva, per tenere il lettore incollato alla pagina. Dedicato a tutti gli amanti del genere, è ideale prima di andare a dormire perché soddisfa la voglia di una storia spettrale, che lasci quel misto di paura e inquietudine che accompagna i momenti prima del sonno.
Ravelli Giulia 4^a classico
domenica 25 gennaio 2015
Laura Gallego Garcia, Due candele per il diavolo
A un primo sguardo Cat sembrerebbe una ragazza come tutte le altre, in realtà suo padre è un angelo e insieme viaggiano per il mondo. Dopo la morte di quest'ultimo Cat si mette sulle tracce dell'assassino, decisa a vendicarlo. Durante la sua ricerca si imbatte in un demone di nome Angel che decide di aiutarla nella sua impresa. Nel corso del lungo viaggio che li porterà da un estremo all'altro del globo, sorgeranno sempre più domande e verranno a conoscenza di un complotto ben più profondo legato alla madre di Cat, di cui la ragazza conosce solo pochi particolari. Il libro si presenta come un classico urban fantasy, ma l'autrice è molto attenta a inserire elementi che rendano il tutto più credibile come i nomi di angeli e demoni tratti dalla bibbia o da tradizioni popolari e le citazioni di libri realmente esistiti. La narrazione in prima persona rende la lettura scorrevole e molto immediata, ma riduce all'osso le descrizioni. Sebbene ricalchi una tematica banale, non mancano novità e colpi di scena a rendere la trama sorprendente e coinvolgente. Tra queste ho molto apprezzato le decisione di non creare un netto spartiacque tra bene e male, ma di lasciare un confine indefinito. Consigliato a tutti gli amanti del genere e chi vuole cimentarsi in una lettura poco impegnativa, ma piacevole. E come ricorda il famoso detto “Se accendi una candela a Dio, ne devi accendere due per il Diavolo”
Ravelli Giulia 4^a classico
Ravelli Giulia 4^a classico
mercoledì 14 gennaio 2015
Il giovane favoloso
Ogni tanto mi piace usare Webook anche per qualcosa, che, pur mantenendosi nell'ambito della recensione, non riguarda solo la lettura.
L'occasione per la pubblicazione di quanto seguirà, mi è stata fornita da un'attività extracurricolare, che ho organizzato insieme alla VA del nostro liceo scientifico.
Poco dopo aver affrontato in classe vita e poetica di Giacomo Leopardi, è uscito il film sulla sua vita. Perchè non andare a vederlo? Ci siamo così organizzati e queste sono le impressioni di alcuni dei ragazzi in merito a ciò che hanno visto.
Dionisia Vittori.
FILM:Il giovane favoloso
REGIA:
Mario Martone
ATTORE
PROTAGONISTA: Elio Germano
"Il giovane favoloso", film dell'ottobre
2014 ad opera del più che mai ispirato regista Mario Martone, rappresenta una
meravigliosa perla tra le tante chincaglierie cinematografiche: un magistrale
Elio Germano presta le proprie doti al servizio della figura del poeta italiano
più pessimista, Giacomo Leopardi; un "giovane favoloso", per
l'appunto, che, nonostante l’opprimente situazione familiare in una Recanati
ottusa ed il progressivo indebolimento fisico, sarà in grado nel corso della
propria vita di elevarsi intellettualmente e poeticamente ai livelli più alti
della letteratura italiana, perpetuandosi quale poeta "maledetto dal
fato" tra i più amati dalle successive generazioni di letterati.
Il film crea un meraviglioso connubio tra il susseguirsi degli eventi storici e la vita di Leopardi, il quale cercherà sempre di alienarsi dalla propria dimensione fisica per poter dare libero sfogo alla propria sensibilità umana. Insomma, davvero un bel film, seppur richieda una predisposizione alla "captatio" della dimensione poetica ed umana che, ahimè, non tutti possiedono.
Buona visione.
Il film crea un meraviglioso connubio tra il susseguirsi degli eventi storici e la vita di Leopardi, il quale cercherà sempre di alienarsi dalla propria dimensione fisica per poter dare libero sfogo alla propria sensibilità umana. Insomma, davvero un bel film, seppur richieda una predisposizione alla "captatio" della dimensione poetica ed umana che, ahimè, non tutti possiedono.
Buona visione.
Sarigu FedericoVA
Il
tentativo del regista di trasferire sul grande schermo la vita di Leopardi,
perennemente intrisa da un crudo pessimismo, può dirsi ben riuscita. Oltre alla
trama, molto fedele alla realtà, ad eccezione di pochi episodi dettati
probabilmente dalla fantasia del regista, contribuisce a tale impresa la
magistrale interpretazione dell’attore protagonista, Elio Germano, che per 145
minuti ottimamente indossa i panni di un giovane irrequieto e pervaso dalle
illusioni, spaziando attraverso un’ infinita gamma di espressioni e
comportamenti. L’unica pecca, forse, riguarda la durata del film, che in alcune
scene, specialmente in alcuni dialoghi, si dilunga un po’ troppo, rischiando di
di mettere a dura prova l’attenzione dello spettatore. Un elogio va infine alla
scelta dei paesaggi che incorniciano perfettamente l’intero film, sempre molto
attinenti a quelli descritti da Leopardi nelle sue poesia, in grado ogni volta
di riflettere il suo desiderio di infinito e il suo animo sofferente. Da vedere!
Martina Contessi e Zanardini Giorgia
VA
Non
un semplice film, ma vera e propria poesia.
Ne
“Il giovane favoloso”, infatti, il regista non si è limitato ad una
superficiale rappresentazione della
biografia di Leopardi, bensì è riuscito a fondere tutti gli aspetti più
importanti della sua esistenza. Il regista ottiene tale stupefacente risultato
ponendo enfasi sulla psicologia del poeta, sui suoi tormenti interiori e sulle
sofferenze che lo devastano sia fisicamente che mentalmente. In tal senso
l’attore protagonista si rivela totalmente calato nella parte, proponendo
un’interpretazione degna di nota.
Sebbene
sia fondamentale per comprendere completamente il personaggio, la continua
esasperazione dei suoi sentimenti, in certi tratti, risulta artificiosa ed
esagerata, fino a diventare” un tantino” ridondante.
Sul
finale il ritmo della storia si fa eccessivamente lento e rischia di far
perdere l’attenzione allo spettatore. Nonostante ciò il film è nel complesso
piacevole da guardare e ben riuscito, in quanto fedele alle vicende della vita
di Leopardi.
Pedrucci Federica e Chiarolini Cinzia VA
Di recente uscita, il film presenta
il racconto della vita del poeta Giacomo Leopardi, narrazione cinematografica
per altro ottimamente riuscita; essa ha infatti saputo toccare i molteplici
aspetti della vita e della poetica di quest’uomo straordinario e, pur
“romanzando” in parte su alcuni episodi, per renderli più accattivanti per il
pubblico, è rimasta sempre molto fedele alla realtà dei fatti. Molto ben
riuscita è anche la resa della figura di Leopardi stesso, interpretato da un
ottimo Elio Germano, sia dal punto di vista dell’aspetto fisico che della
mimica, sia sotto il profilo della capacità di esprimere la non comune
sensibilità del poeta; è questo che sa colpire occhi e cuore degli spettatori.
Meno ottimale è stata invece la scelta della durata della proiezione, forse
troppo lunga, specialmente per un film dai contenuti drammatici e non certo
accessibili a tutti com’è questo. Infatti, va detto che la pellicola è
probabilmente consigliabile e più adatta per un’utenza che possieda una buona
conoscenza del pensiero leopardiano.
Bonetti Giada VA
Efficace,
didascalico e fotografico. Si potrebbe riassumere con queste tre parole la
nostra recensione su “Il giovane favoloso”, il film di Mario Martone, che si
assume il compito di riabilitare la figura di Giacomo Leopardi, che l’utenza ha
sempre visto alla stessa stregua di un disagiato sociale.La sua vita ci viene
illustrata quasi per intero, partendo dall’infanzia, per arrivare poi al
periodo fiorentino e infine a Napoli, dove l’autore trova un’apparente serenità,
anche grazie ad una profonda amicizia: sarà però un lasso di tempo breve,
questa felice anestesia, a causa della malattia che prenderà il sopravvento e
si trasformerà, infatti , in una discesa agli inferi.Il film, forse dal ritmo
un po’ troppo lungo e lento, soprattutto nella parte dedicata al soggiorno
dell’autore a Firenze, è ben riuscito a
livello musicale attraverso una colonna sonora, che alterna “pezzi”
dell’ epoca di Rossini a musiche moderne ed elettroniche, che rispecchiano
l’animo travagliato del protagonista.A riscattare questi due difetti c’è però
la scenografia, le immagini stupefacenti, la complessità psicologica del
personaggio, la ricostruzione storica del periodo in cui visse Leopardi e la
recitazione eccellente del protagonista che rendono il film un’opera intensa ed
apprezzabile, anche se impegnativa. Al centro di tale pellicola c’è la poesia,
della quale tutto il film è pervaso, come una creazione misteriosa, che sembra
scaturire, come la lava del Vesuvio, dalla sofferenza e dall’infelicità
dell’autore.
lunedì 12 gennaio 2015
C.Doyle, Il segno dei quattro
Questa è la seconda avventura del geniale detective Sherlock Holmes che insieme al dottor Watson dovrà risolvere un’enigma che metterà alla prova i suoi brillanti metodi investigativi.
Sherlock viene contattato dalla signorina Mary Morstan, figlia di un militare che in India aveva scoperto un tesoro, ma che al momento di tornare in Inghilterra era scomparso; dopo quattro anni la ragazza riceve ogni anno una perla e dopo circa dieci anni riceve una lettera in cui le viene chiesto di incontrarsi con l’autore di questi regali senza portare la polizia. Mary chiede aiuto a Sherlock Holmes che assieme a Watson la accompagna all’incontro dove scopriranno che il tesoro è stato trovato in una soffitta del primogenito del signor Sholto, compagno d’armi di Morstan. Il figlio di Sholto viene poi trovato ucciso da una spina avvelenata e il tesoro rubato, la porta è chiusa dall’interno con una catena, la finestra è chiusa e nel soffitto c’è un buco, per terra c’è una fune, nella soffitta delle impronte di piedi molti piccole e sul davanzale della finestra quelle di un uomo con una gamba di legno, sulla scrivania vicino al morto c’è un pezzo di foglio con sopra scarabocchiato ‘Il segno dei quattro’... La vicenda si presenta molto appassionante e molto meno elementare del solito. Nelle pagine di questo capolavoro di Arthur Conan Doyle emergono l’intelligenza superiore di Sherlock, la crudeltà e la misteriosità di assassini provenienti dall’India, ma anche la delicata storia d’amore di Watson e Mary Morstan, tutti i presupposti di una lettura avvincente!
Andrei Blindu
venerdì 9 gennaio 2015
9 gennaio 2015
Il nostro salotto si è riunito oggi, 5 dicembre, con una settimana di ritardo rispetto al previsto!
Un buon numero di alunni del liceo scientifico ha partecipato all'incontro, che ormai vede alcuni affezionati non perdersi un appuntamento. Persino un'ex alunna del nostro liceo oggi ha fatto capolino e ne ha approfittato per raccontarci la sua esperienza all'università!
Vi ricordiamo la data del prossimo incontro:
VENERDÌ 9 GENNAIO 2015
ORE 14.30
Per la prossima volta non abbiamo scelto un tema ma... un libro, anzi: due per la precisione!
I presenti hanno proposto la lettura di due libri:
"Le favole" di Esopo
"Le città invisibili" di Italo Calvino
Arrivederci a presto!
Daniela, Dionisia e Francesca
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