mercoledì 16 dicembre 2015

Mary Shelley, Frankenstein

Durante l'ultimo incontro di Webook, in cui era presente quasi "in toto" la classe I B del nostro liceo, alcuni studenti ad essa appartenenti hanno espresso considerazioni in merito al libro "Frankestein" di Mary Shelley; tali considerazioni sono parte integrante delle recensioni, che gli alunni in questione hanno scritto, dopo aver letto quest'opera.
Qui di seguito se ne pubblica una che, a titolo esemplificativo, rappresenta un semplice approccio di due alunni di prima verso la dimensione della condivisione di opinioni in un ambito formativo della persona, qual è quello della lettura.
Dionisia.

"Era già l’una del mattino,la pioggia batteva contro i vetri, la candela era quasi consumata quando, tra i bagliori della luce morente, la mia creatura aprì gli occhi, opachi e giallastri, trasse un respiro faticoso e un moto convulso ne agitò le membra. La pelle gialla a stento copriva l'intreccio dei muscoli e delle vene; i capelli folti erano di un nero lucente e i denti di un candore perlaceo;ma queste bellezze rendevano ancor più orrido il contrasto con gli occhi acquosi, grigiognoli come le orbite in cui affondavano, il colorito terreo le labbra nere e tirate".
Coinvolgente, vero? È un passo del libro Frankestein di Mary Shelley, che presenta pagine ricche d'avventura e di descrizioni di ambienti meravigliosi, le quali, oltre ad essere assai minuziose ed affascinanti, rendono bene l’idea di cosa sia un paesaggio incontaminato. A tal proposito particolarmente cinematografica è la sequenza descrittiva della cima Avre e del ghiacciaio del monte Bianco, che, con la sua imponenza sovrasta le Alpi, le quali, al suo confronto diventano quasi insignificanti.
Ma in questa opera ci sono anche caratteristiche meno positive! L’inizio del  libro è un po' noioso perché l’autore, parlando delle sue radici, rende la narrazione troppo lenta, creando una lunga parentesi quasi distaccata dai fatti salienti della storia. Inoltre in questi primi capitoli, alcuni passi sono lessicalmente complessi per un adolescente; ciò è evidente, per esempio, nel capitolo tre, dove l'autore parla dei suoi studi a Ingolstad: i dialoghi con i professori hanno come tema la filosofia umana ed i suoi interpreti, argomenti di difficile comprensione per dei ragazzi.
Al di là di questa prima parte, il libro è senza dubbio adatto ad un pubblico adolescente perché coinvolgente nella sezione in cui sono presenti le avventure del mostro, sezione che potrebbe anche servire ai giovani come monito perché in futuro non “creino”mai nulla di pericoloso per l'umanità.

Paolo Losi e Tobia Maggioni
1^B Liceo scientifico delle scienze applicate

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