Mio figlio aveva come lettura estiva questo libro, per cui una sera me lo sono "letteralmente" ritrovato tra le mani; aprendolo sulla prima pagina, ho rivisto la dedica, che l'autore fa a tutti i disabili, affinché lottino per essere se stessi e non per sforzarsi di essere normali; tale dedica mi ha invogliato ad iniziarne la rilettura.
Si tratta della storia di un uomo che si ritrova padre di un bambino spastico, il suo secondogenito, senza che alcuna diagnosi prenatale lo avesse previsto. Inizia così per lui una difficile quotidianità, in cui incontra e talvolta si scontra con le diverse reazioni della gente alla disabilità del figlio. Anche gli equilibri in casa vengono sconvolti dall'ingombrante presenza di questo bambino particolare..Tra le pagine di questo libro si assiste ad un percorso di crescita, di maturazione da parte di questo padre, che, in prima persona, in chiusura libro, ci svela qual è il primo fine per cui lotta il genitore di un disabile, anche inconsapevolmente... un fine non propriamente altruistico, anche se umanamente comprensibile.
Ma allora qual è la maniera per regalare una seconda nascita a questi bambini, una meno ingiusta della prima?
Cambiare prospettiva.....
Dionisia.
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