martedì 23 febbraio 2016

Papa Francesco, Il nome di Dio è misericordia

Il libro in questione non è sicuramente un'opera letteraria e, con tutta probabilità non aveva nemmeno la velleità di esserlo, prediligendo sicuramente la semantica "al bello stile"; d'altro canto anche la forma dell'intervista, con  l' incalzante ritmo  del meccanismo domanda-risposta rispetto agli altri generi di scrittura favorisce la valenza del messaggio rispetto allo stile con cui viene trasmesso.
Quale allora la positività di questa lettura?
L'occasione di riscoprire che il valore della Misericordia nel senso etimologico del termine è un'istanza condivisa dall' humanitas  classica e  dal credo cristiano, ovvero l'invito ad  "aprire il cuore al misero", uno sprono  a sviluppare sensibilità verso l'altro, che fattivamente si può tradurre in un atteggiamento di disponibilità e solidarietà tra uomini. È una dimensione a cui approdò anche il Leopardi de "La ginestra", in cui è indubbiamente rintracciabile il terenziano "Homo sum, humani nihil a me alienum puto". Il pontefice, per tradurre quasi  alla lettera la citazione latina, invita ad interessarsi a tutto ciò che è umano, cercando di imitare l'infinita misericordia di Dio nei nostri confronti. a prestare attenzione con sensibilità ed eventualmente anche con aiuti concreti all'altro, in quanto essere umano, che, per dirlo a mo' del grande poeta di Recanati, condivide con te la dimensione dell'esistenza terrena con le sue gioie e i suoi dolori.

Dionisia.



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