mercoledì 1 giugno 2016

Monica Hesse, La ragazza con la bicicletta rossa

Amsterdam, inverno del 1943: Hanneke percorre con la sua bicicletta rossa le strade della città. Ufficialmente lavora per un’agenzia di pompe funebri, ma si occupa anche di contrabbando. La perdita di Bas, il suo fidanzato, proprio all’inizio della guerra, ha posto fine ai suoi sogni e ha lasciato spazio solo al cinismo e all’egoismo, uniche armi per sopravvivere in una città ormai allo sbando. Un giorno, la signora Janssen, una delle sue clienti, le chiede di aiutarla a trovare una ragazza che si era rifugiata da lei: inizialmente Hanneke oppone resistenza, non vuole lasciarsi immischiare o correre inutilmente rischi, ma la storia di Mirjam (che ha molti punti in comune con la nota Anna Frank) non può lasciarla indifferente. Alla fine accetta di mettersi in gioco, di mettere a rischio la sua vita e quella dei suoi genitori e conosce un nuovo mondo, un mondo sommerso, un tentativo di resistenza all’esercito invasore.
Tante piccole storie si intrecciano con quella di Hanneke. Una riflessione accompagna la conclusione del romanzo: la vita di ognuno di noi è costellata di piccole scelte quotidiane, apparentemente insignificanti. Le stesse scelte che hanno fatto la differenza fra un atto di coraggio e un atto malvagio durante la guerra, perché in tempo di guerra persino le piccole scelte di ogni giorno possono avere gravi conseguenze.

Daniela

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