giovedì 30 gennaio 2014

Italo Calvino, Palomar



Appartenente al filone fantascientifico della narrativa calviniana, è un originale tentativo dello scrittore, la cui produzione letteraria ha sempre oscillato tra il polo fantastico-allegorico e quello realistico, di conciliare due mondi all’apparenza inconciliabili:  scienza e  fantasia.

Il signor Palomar è uno scienziato a tratti assai originale, che usa la razionalità del metodo sperimentale sia per studiare il mondo naturale (luna, stelle, flora, fauna…), sia per osservare la società umana nei suoi aspetti più quotidiani (la fila in una salumeria può essere emblematica di tale quotidianità). Il tutto per cercare di rintracciare un ordine nel caos delle cose, per padroneggiare la complessità del mondo. Per fare ciò Palomar decide che “d’ora in poi farà come se fosse morto, per vedere come va il mondo senza di lui”.
A che cosa approderà il nostro fantasioso scienziato? Sicuramente a dimostrare che come uomo e universo sono parte di uno stesso sistema, anche letteratura e scienza sono due anime dello stesso macro corpo della conoscenza, oltre alla certezza che…
Scopritelo voi da attenti lettori, nonché scienziati “alle prime armi”!!!

Dionisia.

mercoledì 29 gennaio 2014

Stephen Hawking, Breve storia della mia vita

Un bambino che impara a leggere a 8 anni.
Un adolescente che, per i propri risultati scolastici, non va “mai oltre la metà circa della classe”.
Un giovane che, per farsi accettare dai compagni a Oxford, fa proprio l’atteggiamento antilavorativo della vita universitaria.
Un giovane che ha una passione, la cosmologia e che, a ventun anni, pensa che il proprio sogno sia irrimediabilmente compromesso, quando gli viene diagnosticata la SLA.
Hawking ha ora 72 anni, è costantemente attaccato a un respiratore, parla solo grazie a un sintetizzatore vocale, eppure è “soddisfatto” della sua vita. Ha avuto grande successo nella propria carriera scientifica, è stato sposato due volte e ha avuto tre figli.
Le sue parole sono davvero toccanti: “È stato bellissimo essere vivo e fare ricerca in fisica teorica. Sono felice se ho contribuito ad accrescere un poco la nostra comprensione dell’universo.” Un vero inno alla vita!

Intrecciata con la sua vita, non manca la storia della fisica, di cui Hawking è stato protagonista con le sue ricerche.

Daniela 

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martedì 28 gennaio 2014

Joanne Rowling, Harry Potter and the Prisoner of Azkaban

My favourite part in this episode of the Harry Potter Series is when Harry and Hermione after Dumbledore’s advice decide to use the Time-Turner, a device used for short-term time travels, to travel back in time. This gives them the chance to save Buckbeak from execution and to rescue Sirius Black from the Dementors’ kiss.

This section of the book contains more than the usual narration. Here the rules of time travelling come into play, as Hermione says, and  from this springs an improved  excitement, something more unthinkable than the magic world itself.

The two protagonists know very well they cannot be seen by anyone, otherwise they would break a temporal law. Hence, the young  wizards get through the “impossible” and succeed.

Despite the author’s brilliant trick, some doubts remain in my mind about a similar time travel. Harry and Hermione never return “forward” at their proper time, so it means that an endless loop has been triggered, in which every “Harry-and-Hermione” travel back in the past.
Furthermore, when Sirius and Harry were saved for the first time by what Harry thought to be his father’s Patronus, it means that “ another Harry”, no more mentioned in other episodes of the novel, had already travelled back from the future and should rescue the present Buckbeak and Sirius!

The conclusion of these two doubts of mine is that there is a “couple” of heroes in every “present” and each couple travels back to save the past present! Every couple remains in a time level which they do not belong to! But, if every couple does this, then it becomes normal and proper.

It’s exactly this whole reasoning that makes me appreciate this episode. This is why it’s not only my favourite part of the book, but also my favourite novel of the Series.

By Chiudinelli Francesco

William Shakespeare, My Mistress' eyes

I really appreciate the main idea which is expressed in this sonnet. Many people reading "My mistress' eyes" by William Shakespeare, might get a wrong sense of what the poet wants to say.

Apparently, analyzing this poem we can realise very quickly that he does not praise his lady, indeed, he uses a great number of similes to describe her physical defects. However, he truly loves her, despite the fact that she is not the most beautiful and graceful woman in the whole world.

This sonnet differs a lot from other Renaissance poems, which represent just an idealisation of beauty and love. It is really hard to believe that the women, described in these texts, were so perfect, personally, I do not think  human beings should love the people they idealize and play up in their heads. We all have to put up with the defects of our lovers and even appreciate them.

Though physically unattractive the "dark lady "  appears , in Shakespeare 's poems, really desirable. He dislikes completely the contemporary ideal of love and I agree with him. In my opinion, people should deeply know their partners and accept them,  in the way they are. Anyway, I do not mean that the appearance has to be ignore, but it is not more  important than the character, thoughts and feelings of a person. It is impossible to love someone who is beautiful but empty.


Genni Xhihani 4^C

Fritjof Capra, Il punto di svolta. Scienza, società e cultura emergente - Feltrinelli

Libro in edizione economica, con caratteri di stampa piccolissimi. Arrivare in fondo (quasi 400 pagine) è stata un'impresa per i miei occhi! Ma di Fritjof Capra avevo già letto "Il tao della fisica" e "La rete della vita" e quindi sapevo che lo sforzo sarebbe stato ampiamente compensato.
Secondo l'autore, col passaggio dalla fisica galileo-newtoniana a quella contemporanea, si è delineato un nuovo "paradigma" che sta portando ad una nuova visione della realtà anche in economia, medicina, biologia e psicologia. Infatti adottare l'approccio olistico e sistemico della scienza nel ridefinirne il valore dei beni che produciamo, per comprendere la mente o per riflettere sulla coscienza e sulla vita, inciderà sulla società e con questa svolta risolveremo gli squilibri interni alle istituzioni, all'economia e all'ambiente.
Insomma, una vera e propria ventata d'ottimismo e la volontà di mettere in campo idee nuove, anche se l'economia e la politica di oggi continuano a presupporre che la crescita continua sia fondamentale e si continua a pensare la salute solo come assenza di malattie o infermità.
L'analisi è accurata, l'esposizione chiara, l'argomentazione lineare; alcune parti potrebbero essere proposte alle classi quinte.

Ornella Franceschinelli

lunedì 27 gennaio 2014

G.Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi 1975

«Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro». Così lo zoologo Gerald Durrell presenta il suo libro ai lettori, mostrando già la vena ironica che attraversa tutta la narrazione. Ma oltre all’ironia, il titolo allude anche allo speciale rapporto del giovane Durrell con gli animali che, ognuno con il proprio nome e carattere, entrano nella famiglia e ne diventano parte integrante. Uomini e animali sono egualmente interlocutori e compagni di questi anni di infanzia che paiono dominati dalla serenità e dalla libertà con cui la vita scorre in quest’isola che ci appare paradisiaca e che la famiglia dell’autore lascerà alla vigilia della seconda guerra mondiale.
L’animo del naturalista traspare chiaramente dalla dettagliata e vivacissima descrizione e accurata osservazione della vita animale e familiare.
Molto piacevole e brillante lo stile; Gerald Durrell sembra più dotato dal punto di vista letterario di suo fratello Lawrence, acclamato romanziere.
Un’ altra dimostrazione di come scienza e letteratura possano conciliarsi e completarsi.


Francesca

domenica 26 gennaio 2014

G.Leopardi-M.Hack, Storia dell'astronomia dalle origini ai giorni nostri, Ed. dell'Altana 2011

La strana coppia. Cosa ci fanno insieme Giacomo Leopardi, uno dei massimi poeti della letteratura italiana, e Margherita Hack, astrofisica di fama mondiale, accademica dei Lincei, prima donna a dirigere un Osservatorio Astronomico? Semplice. Ciò che li unisce è l’interesse per l’astronomia e per la sua storia. Nel 1813, un Giacomo appena quindicenne scrisse infatti una Storia dell’astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXI. Il lavoro fu portato a termine in pochi mesi, nell’isolamento di Recanati, e non si può non restare sbalorditi davanti all’incredibile competenza del giovanetto, sia in campo linguistico (greco, latino, ebraico) sia in campo scientifico. La sua ricostruzione storica (nella presente edizione da p. 13 a p. 367!), benché basata in gran parte su fonti di seconda mano, è sostanzialmente corretta, tanto che Margherita Hack si è potuta limitare a riprenderla più o meno dove l’aveva lasciata Giacomo (la narrazione della Hack comincia con la scoperta, da parte di Giuseppe Piazzi del pianetino Cerere, il 1° gennaio 1801), per guidarci, tra galassie e neutrini, fino al 2010.
Ecco un bell’esempio di incontro tra cultura umanistica e cultura scientifica; ma del resto questa separazione tra le due culture è piuttosto recente e non ha nulla a che fare con l’Umanesimo. Non è forse vero, tanto per dire, che Schrödinger, uno dei padri della meccanica quantistica, traduceva Omero dal greco in tedesco e Goethe dal tedesco in inglese?


Renato

SECONDO INCONTRO

Il secondo incontro del Club del Libro WeBook ha avuto luogo, nei locali della nostra scuola, mercoledì 4 dicembre 2013. Presenti... pochi ma buoni! Sei alunni del nostro Istituto, appassionati di lettura, e sei insegnanti. Non male, anche se speravamo in una maggiore affluenza, visto che era il secondo incontro!

Il prossimo incontro avrà luogo lunedì 27 gennaio, alle ore 14.30. Il tema prescelto è LA SCIENZA: per il 27 gennaio, i partecipanti all'incontro devono presentarsi con un libro, che abbia per tema la scienza, sia che si tratti di un romanzo che di un saggio. Sarebbe bene avere già pronta anche una recensione, che pubblicheremo poi sul blog.

Arrivederci al 27 gennaio!!! Vi aspettiamo numerosi e appassionati!

sabato 25 gennaio 2014

J.K. Rowling, Il seggio vacante

Dopo il successo letterario e cinematografico della saga di Harry Potter, J. K. Rowling ci riprova, e lo fa con un romanzo stand-alone dal titolo “Il seggio vacante”. Niente a che fare dunque col maghetto occhialuto protagonista di ben sette volumi; niente a che fare, inoltre, con la narrativa per bambini. “Il seggio vacante” è infatti un libro scritto e pensato per adulti che si svolge nel microcosmo della cittadina inglese di Pagford, tenacemente attaccata alle proprie tradizioni, ovvero a un sistema chiuso di pregiudizi e di parentele. La pacifica vita di Pagford viene sconvolta dalla morte improvvisa di un consigliere comunale, Barry Fairbrother, il quale si stava battendo per la riqualificazione dei Fields, un quatiere periferico e degradato di Pagford di cui i cittadini benpensanti desiderano da anni liberarsi. Il quatiere dei Fields, con i suoi problemi di tossicodipendenza, abusi e piccola criminalità collide infatti con la morale perbenista dei pagfordiani, con la sua storica abbazia appena restaurata, i viali acciottolati, i negozi tipici, i prati ben curati, i sorrisi falsi e le cortesie ipocrite. Il seggio vacante e la competizione per la successione del defunto Barry Fairbrother scatena tutte le gelosie e gli egoismi a lungo repressi e dissimulati, rivelando il marcio della comunità di Pagford.
Come già detto, J. K. Rowling ci riprova, ma in parte non riesce. Rispetto a Harry Potter, l’autrice non riesce a rendere “vivi” i tanti personaggi che affollano Pagford, che non appaiono abbastanza dotati di interiorità. La scrittura resta semplice, scorrevole, ma il romanzo coinvolge a tratti e le caratterizzazioni sono solo abbozzate.


Giacomo

mercoledì 22 gennaio 2014

Harry Bernstein, Il muro invisibile

Un muro invisibile apparentemente invalicabile, che viene indebolito dalla guerra, ma che cade solo grazie all'amore: è la storia di Harry e della sua famiglia, a cavallo della prima guerra mondiale, in una strada inglese, divisa tra ebrei e cristiani. Le diverse usanze, le reciproche diffidenze e la paura del diverso si trovano qui unite alle vicende delle famiglie che lottano con la povertà. Harry, che guarda ogni vicenda con gli occhi innocenti di un bambino, riesce a coinvolgerci in questo racconto e il personaggio di Lily, con la sua voglia di emergere dalla povertà e con il suo sogno d'amore da realizzare, ci conquista, la sua lotta non può lasciarci indifferenti.
Assolutamente consigliato, ma da leggere prima di "Il sogno infinito", recensito qui.

Daniela

venerdì 17 gennaio 2014

Virgilio, Eneide


Se ancora si ritiene l’Eneide un libro vecchio e noioso... è ora di ricredersi! Quattro intraprendenti diciassettenni hanno deciso di recensire per voi quest’opera immortale.
Al tempo degli dei dell’Olimpo, dei signori e dei re Achei, che spadroneggiano su Troia, città in fiamme, il genere umano invoca il soccorso di un eroe, per fondare una nuova stirpe gloriosa.
Giunge Enea, uomo pio, con il suo duplice volto di  intrepido guerriero e di uomo religioso. La grande forza espressiva con cui Virgilio presenta questo personaggio porta il lettore ad immedesimarsi nell’eroe. Enea infatti è un eroe inusuale: non è vincitore, come Achille, ma fa parte dei vinti e deve inoltre obbedire al volere del Fato, di cui è strumento.  Di qui nasce l’originalità e la modernità del personaggio.
A Cartagine trova nella regina Didone l’amore appassionato di una donna. La passione che prova per lei è travolgente e toccante, ma è costretto ad abbandonarla e a subordinarei propri sentimenti, facendo violenza alle sue predilezioni e ai suoi sentimenti. Il lettore viene così trascinato in un’escalation di emozioni, che raggiunge il suo apice col suicidio di lei.
La Sicilia, Cuma, e perfino le profondità degli Inferi sono le tappe del lungo peregrinare dell’eroe troiano.
Virgilio delinea con originalità le varie sfide a cui l’eroe è sottoposto, mostrando le reali difficoltà che si incontrano nel perseguire uno scopo, nel caso di Enea quello di fondare Lavinia.
Nei suoi versi l’Eneide narra anche le storie della straordinaria amicizia tra Eurialo e Niso, e dell’eccezionale valore di un’ eroina, Camilla.

L’autore riesce così a unire classicità e modernità, traendo spunti evidenti da Omero, ma al contempo inserendo elementi di grande umanità. Proprio perciò l’Eneide ci ha molto colpito, per la caratterizzazione emotiva e l’attualità dei suoi personaggi.

Magnani Irene, Manganaro Giorgia, Minini Matteo, Pastorelli Elisabetta
Classe 2^A Liceo Classico

Margherita Hack, Perché sono vegetariana, Ed. dell'altana 2011


Vegetariana per nascita (i genitori erano teosofi ) e per scelta etica, la scienziata M.Hack illustra, in questo libretto del 2011, le ragioni del vegetarianesimo. Dopo aver richiamato i grandi che dall’antichità ai giorni nostri hanno fatto loro questa scelta, l’autrice ci accompagna all’interno dei macelli e degli allevamenti intensivi, invitandoci a guardare con gli occhi degli animali quanto avviene al loro interno. Ma il discorso diventa ancor più stringente quando la Hack ci ricorda, sulla base di evidenze scientifiche, la nostra stretta parentela con gli esseri di cui ci cibiamo. Il consumo di carne è inoltre una delle cause della fame nel mondo: "quattro quinti della terra coltivata in tutto il pianeta sono usati per produrre foraggi per gli animali e solo un quinto per il consumo umano di cereali, frutta e verdura. Si calcola che in media occorrano dieci chili di grano e cereali vari per produrre mezzo chilo di carne. In un mondo come il nostro, in cui la popolazione umana è in continuo aumento bisognerebbe evitare questo enorme sperpero, riducendo drasticamente il consumo di carne".

Il libretto, molto divulgativo e accessibile, affronta una tematica sicuramente di grande attualità. Spero convinca molti di voi!


Francesca