Come recita il sottotitolo, il libro è la storia di Gianna e Neri, “eroi scomodi della Resistenza”, così scomodi che, nonostante sia stata fatta giustizia sulla loro storia da personalità politiche come l’ex presidente della Repubblica Ciampi, la “cancellazione della loro memoria resiste e ancora non ha trovato accoglienza in tanti ricordi e fonti storiche”. Gianna e Neri hanno offerto la propria vita per la causa della resistenza, impegnandosi nella lotta partigiana, ma la loro morte non è stata causata dai nemici che combattevano. Non dimentichiamo che “all’interno dei drappelli di partigiani disseminati per montagne e valli si consumarono micro e macro conflitti, omicidi, giustizia sommaria fino a oggi ignorati.”
Questa “tragica avventura” ci viene presentata “non solo come un episodio della Resistenza ma anche della post-Resistenza, un periodo durato anni, in cui ci si rifiutò di far luce su quell’intreccio di omertà, di paure e di reciproche coperture che alla fine frutteranno carriere, riconoscimenti, onori. Questa storia ci riporta anche ai conflitti interni alle bande partigiane al tempo della loro organizzazione in strutture militari. A una lotta per la sopravvivenza molto più difficile, aspra, dolorosa di quanto non appaia da tanti racconti, a volte edulcorati, della guerra partigiana.”
Ne raccomando la lettura soprattutto agli alunni di quinta, che studieranno quest’anno, tra le pagine del libro di storia, il secondo conflitto mondiale.
Daniela
mercoledì 15 ottobre 2014
lunedì 13 ottobre 2014
José Ortega y Gasset, Miseria y esplendor de la traducciòn, Granada 1980

Renato
A.Giménez-Bartlett, Una stanza tutta per gli altri, Sellerio 2014
La conoscenza dell’autrice come giallista e la simpatia per il
personaggio di Pedra Delicado protagonista della sua serie più
famosa, mi ha spinto alla lettura di questo romanzo curioso già dal titolo. “Una
stanza tutta per gli altri” è infatti un evidente richiamo al famoso” Una
stanza tutta per sé “di V.Wolff che confesso francamente non aver mai letto. Il richiamo non è casuale
perché la Bartlett costruisce un romanzo “storico” in cui realtà e
verosimiglianza si intrecciano molto
bene, in cui V. Wolff viene raccontata dalla sua domestica Nelly.
La vicenda si svolge nel periodo dal 1916 al 1934, il periodo in
cui Nelly Boxall fu al servizio dei Woolf. E’ il primo ventennio del secolo ,
un periodo denso di avvenimenti.durante il quale, tra guerre, rivoluzioni, totalitarismi, inizia
a prendere forza il movimento di emancipazione delle classi lavoratrici e delle
donne. E questo periodo e il famoso gruppo di Bloomsbury di cui la Wolff è uno
dei fulcri vengono rappresentati con crudo realismo in tutta la loro contraddittorietà.
Strenuo difensore dell’emancipazione femminile, la Wolff non riesce, al di là
delle mere apparenze, a superare un rapporto classista e a volte vessatorio nei
confronti della sua domestica.
Basandosi sugli avvenimenti trascritti dai diari sia
della domestica (invenzione della
Bartlett che assume un valore documentario) che della stessa Virginia,
l’autrice ha messo insieme riflessioni e avvenimenti che ci permettono non solo
di cogliere lo spaccato di un’epoca ma che mostrano anche una indiscutibile e
abile capacità di introspezione psicologica.
Francesca
Keith Devlin, La lettera di Pascal
Può una singola lettera cambiare per sempre il modo di interpretare la realtà e di affrontare la vita? Secondo quanto ci racconta Keith Devlin in questo libro, se Pascal è l’autore della lettera e Fermat il destinatario, i risultati possono essere davvero imprevedibili. Nella lettera del 24 agosto 1654, Pascal propone a Fermat la soluzione di un quesito affrontato da Luca Pacioli nel 1494 e analizzato, nel corso degli anni, da Cardano, Tartaglia e Galileo Galilei. Solo Fermat e Pascal arrivarono alla risposta: Pascal trovò una risposta corretta ma molto complessa, mentre Fermat diede prova della propria superiorità affrontando il problema con una soluzione semplice e ingegnosa. Solo i loro successori permisero a questo risultato di uscire dalle sale da gioco e di entrare nelle nostre vite, diventando una parte fondamentale della nostra quotidianità, visto che il calcolo delle probabilità viene usato per prendere decisioni in tutti gli ambiti, dalla medicina alla finanza. Gli studi di Graunt e Huygens e i risultati raggiunti da Bayes permisero al calcolo della probabilità di ottenere un grado di predizione sempre più grande, visto che si poté prevedere anche l’attacco al Pentagono del 2001. Purtroppo la previsione non venne presa sul serio: ancora una volta, però, la matematica non sbagliava!
Daniela
Daniela
Denis Guedj, Il Teorema del Pappagallo
La sera in cui Nofutur, un pappagallo, fa il suo ingresso nella casa di Montmartre, è l’inizio di nuovi equilibri: Jonathan e Lea, gemelli sedicenni, vi abitano con la madre Perrette, il fratello adottivo undicenne Max e Pierre Ruche, un invalido ottantaquattrenne, proprietario della libreria “Mille e una pagina”. Dopo aver sentito dalla madre il racconto del loro concepimento, dovuto alla caduta in un tombino, Lea e Jonathan sono un po’ sconvolti e Ruche decide di risollevarli, raccontando di un’altra caduta, quella di Talete. Con l’arrivo di due lettere e di una preziosa biblioteca da parte di un vecchio amico di Ruche, Grosrouvre, per la famiglia comincia un viaggio nella storia della matematica, nel tentativo di interpretare le lettere, alla ricerca di un motivo che spieghi la morte del mittente: per questo l’indagine prende i volti di Pitagora, Euclide, al-Khayyam, Brahmagupta, Tartaglia e Cardano, Abel e Galois, Eulero, Fermat e Goldbach. Questi ultimi, in particolare, sono autori di due congetture che Grosrouvre dichiara di aver dimostrato. Dal passato di Ruche, emerge anche il siciliano Tavio, che permetterà ai protagonisti di dare un senso alla morte di Grosrouvre, anche se solo il viaggio a Manaus rimetterà ordine nelle loro vite.
Un viaggio originale nel mondo della matematica, consigliato agli studenti e a tutti gli appassionati di lettura.
Daniela
Un viaggio originale nel mondo della matematica, consigliato agli studenti e a tutti gli appassionati di lettura.
Daniela
Mario Livio, La sezione aurea
Dalla scoperta degli irrazionali da parte dei pitagorici, nel VI sec. a.C., passando attraverso la costruzione del pentagono negli Elementi di Euclide, fino ad arrivare a Fibonacci con la successione che da lui prende il nome, l’autore ci accompagna in questo viaggio nella storia della matematica, per capire fino in fondo il ruolo del rapporto aureo. Ma non si limita all’indagine matematica: da quando, nel Rinascimento, il matematico Luca Pacioli pubblica un libro con le tavole disegnate da Leonardo da Vinci – ispirato al lavoro di Piero della Francesca, che ha cercato di indagare matematicamente la prospettiva – il rapporto aureo ha fatto la sua comparsa nel mondo dell’arte. Dobbiamo arrivare al XIX secolo per trovare il rapporto aureo nei lavori di Paul Sérusier e Le Corbusier, mentre anche la psicologia, con Gustav Theodor Fechner, ha cominciato a studiare il rettangolo aureo e la sua influenza sull’estetica. Verso la fine del secolo scorso, la sezione aurea è entrata a pieno titolo anche nelle tassellazioni tridimensionali, in particolare nei quasi-cristalli, scoperti da Dany Schectman in una lega di alluminio, ma studiati nell’ambito della matematica ricreativa nel 1974 da Roger Penrose, fisico di Oxford.
Un’indagine del pensiero, estesa alla natura, all’arte, alla musica e alla poesia: un percorso storico e non solo, consigliato a tutti, soprattutto a coloro che vogliono incontrare la matematica in un modo inusuale.
Daniela
Un’indagine del pensiero, estesa alla natura, all’arte, alla musica e alla poesia: un percorso storico e non solo, consigliato a tutti, soprattutto a coloro che vogliono incontrare la matematica in un modo inusuale.
Daniela
Igor e Grichka Bogdanov, I cacciatori di numeri
Al centro della narrazione ci sono tre cacciatori di numeri: Hilbert, Minkowski e Sommerfeld, protagonisti della scena matematica dei primi anni del Novecento. Usiamo abitualmente i numeri, senza renderci conto di quale ricchezza nascondano: i tre studiosi, legati da un “sodalizio di pensiero e di amicizia”, sono convinti che l’universo sia fatto di numeri, nella sua essenza. In questa direzione si muove Hilbert, con il suo discorso del 1900, quando presenta ventitré problemi di portata universale, per stabilire in che direzione si sta muovendo la matematica. Minkowski, invece, si concentra sullo spazio-tempo e sull’universo a quattro dimensioni e Sommerfeld, ampliando la scoperta dell’amico, trova nel 1916 una delle costanti più importanti per la fisica, la “costante di struttura fine”. Questa ed altre importanti costanti esistono dal momento del Big Bang, come è stato dimostrato dagli ultimi esperimenti svolti al Cern di Ginevra. All’avanguardia rispetto ai contemporanei, i tre cacciatori avevano già capito che ciò che costituisce l’universo è l’informazione, ovvero la realtà numerica che ne codifica le proprietà.
Daniela
Daniela
Luisa Girelli, Noi e i numeri
Un libro piacevole e abbordabile, che chiarisce molte questioni di cui parliamo o sentiamo parlare quotidianamente senza averne un’idea limpida. “Noi e i numeri” di Luisa Girelli è uno di quei libri che sa condensare in poche pagine, poco più di un centinaio, moltissime informazioni, presentandole come curiosità. Si parte con un percorso storico sui numeri: dalla loro nascita (insieme all’uomo), ai primi sistemi numerici e alla comparsa dello zero nella numerazione, per arrivare fino ai differenti linguaggi dei numeri nella diverse culture. La seconda sezione è dedicata al regno animale: fornendo numerosi esempi di esperimenti effettuati, l’autrice spiega come gli animali siano dotati di rudimentali competenze numeriche e come operino il confronto comparativo fra quantità in base a delle rappresentazioni interne. Allo stesso modo anche i neonati hanno conoscenze numeriche pregresse che possono sviluppare nelle scoperte numeriche fatte in età prescolare e imparando a contare. Nella quarta sezione si spiega la ragione delle differenze individuali nell’apprendimento della matematica: la diversità tra uomo e donna, tra super-dotati ed incompetenti, ma anche cosa c’è alla base dei “calcolatori-prodigio” e quali sono i principali disturbi di apprendimento in matematica.
Nell’insegnamento scolastico è necessario anche fare attenzione al limite della matematica formale: la distanza dalla realtà. Imparando anche dagli errori degli alunni, gli insegnanti potrebbero proporre un metodo che aumenti la reale comprensione dei calcoli effettuati. Infine, la sezione dedicata alla rappresentazione dei numeri nel cervello, nei diversi codici possibili, e ai disturbi acquisiti di calcolo.
Dopo aver letto “Noi e i numeri”, sentendo dire “sono un genio della matematica” o “la matematica non fa per me” saremo più consapevoli delle ragioni scientifiche alla base di frasi che prima rappresentavano solo dei luoghi comuni.
Francesco Ferrari 4^ Liceo Classico
Nell’insegnamento scolastico è necessario anche fare attenzione al limite della matematica formale: la distanza dalla realtà. Imparando anche dagli errori degli alunni, gli insegnanti potrebbero proporre un metodo che aumenti la reale comprensione dei calcoli effettuati. Infine, la sezione dedicata alla rappresentazione dei numeri nel cervello, nei diversi codici possibili, e ai disturbi acquisiti di calcolo.
Dopo aver letto “Noi e i numeri”, sentendo dire “sono un genio della matematica” o “la matematica non fa per me” saremo più consapevoli delle ragioni scientifiche alla base di frasi che prima rappresentavano solo dei luoghi comuni.
Francesco Ferrari 4^ Liceo Classico
domenica 5 ottobre 2014
A. Conan Doyle, Sherlock Holmes. Uno studio in rosso, Mondadori 2004

Questa è la prima storia che vede protagonista il geniale detective Sherlock Holmes e il suo amico il dottor Watson, ex medico militare appena tornato dall’Afghanistan, con cui divide l’appartamento 221B di Baker Street.
Sherlock Holmes viene contattato per aiutare gli investigatori Lestrade e Gregson a risolvere il mistero dell’omicidio di un uomo trovato morto nel suo studio. La stanza è piena di tracce di sangue, ma sul cadavere non ci sono segni di violenza, e c’è la parola “Rache” scritta in rosso sul muro.
Sherlock grazie a brillanti deduzioni, minuziosa raccolta di prove e ulteriori investigazioni riesce a scoprire il colpevole,... volete sapere chi è l’assassino, la soluzione è elementare : leggete il libro!
Consigliato sia agli appassionati del genere giallo e del personaggio che vogliono leggere la sua prima avvincente avventura, sia di chi vuole avvicinarsi al genere poliziesco leggendo le storie del detective per eccellenza.
Andrei Blindu
P.Oddifreddi, C'era una volta il paradosso, Einaudi 2001

A scanso di equivoci, l’errore non sta nel leggerlo. >>
Così inizia il saggio scientifico scritto dal matematico Piergiorgio Odifreddi, che ci racconta brillanti e interessanti storie su impensabili paradossi di carattere più o meno quotidiano come l’illusione dei sensi, le ambiguità e le contraddizioni della matematica, dell’arte, della politica, della religione e della filosofia, mettendo in dubbio le nozioni più comuni e dimostrando che i paradossi non sono solo eccezioni alle regole, ma verità che devono essere accettate per modificare queste regole e il nostro modo di pensare.
Consiglio questo libro a tutti gli appassionati di matematica e di filosofia che vogliono cimentarsi in avvincenti rompicapo che hanno messo a dura prova molti scienziati, filosofi e matematici di ieri e di oggi.
Andrei Blindu, II A Sc.
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