giovedì 17 luglio 2014

Comunicazione

Vacanze... tempo di riposo... e di letture!
Passate un'estate di riposo e lettura... WeBook torna a settembre con altre recensioni!

(Se volete, è possibile commentare i vecchi post, ma fino a settembre non ne compariranno di nuovi!)

A presto
Daniela, Dionisia e Francesca

mercoledì 16 luglio 2014

Nati due volte  di Giuseppe Pontiggia
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Mio figlio aveva come lettura estiva questo libro, per cui una sera me lo sono "letteralmente" ritrovato tra le mani;  aprendolo  sulla prima pagina, ho rivisto la dedica, che l'autore fa a tutti i disabili, affinché lottino per essere se stessi e non per sforzarsi di essere normali; tale dedica mi ha invogliato ad iniziarne la rilettura.

Si tratta della storia di un uomo che si ritrova padre di un bambino spastico, il suo secondogenito, senza che alcuna diagnosi prenatale lo avesse previsto. Inizia così per lui una difficile quotidianità, in cui incontra e talvolta si scontra con le diverse reazioni della gente alla disabilità del figlio. Anche gli equilibri in casa vengono sconvolti dall'ingombrante presenza di questo bambino particolare..Tra le pagine di questo libro si assiste ad un percorso di crescita, di maturazione da parte di questo padre, che, in prima persona, in chiusura libro, ci svela qual è il primo fine per cui lotta il genitore di un disabile, anche inconsapevolmente... un fine non propriamente altruistico, anche se umanamente comprensibile.
Ma allora qual è la maniera per regalare una seconda nascita a questi bambini, una meno ingiusta della prima?
Cambiare prospettiva.....
Dionisia.
   

domenica 13 luglio 2014

Daniele Bondi, Il caso Cartesio

Il romanzo parla della morte di Cartesio, tutt’ora oggetto di numerose congetture e ipotesi: la polmonite non convince il dottor Eike Pies, medico e storico tedesco, che ha scoperto una lettera scritta da Van Wullen, secondo medico della regina Cristina di Svezia. Nel romanzo, Bondi parte dagli avvenimenti storici per presentarci la sua verità: ha incontrato personalmente il dottor Pies e ha deciso di scriverne a sua volta.
L’intreccio si sviluppa seguendo tre linee principali, che vengono presentate alternate: la morte di Cartesio, la conversione della regina Cristina e, ai giorni nostri, il test dell’assorbimento atomico sul teschio. Nella parte riguardante la morte di Cartesio, l’autore ci presenta le varie ipotesi di complotto che sono state indagate nel corso degli anni. La parte riguardante la conversione della regina Cristina ha, tra gli attori principali, Raimondo Montecuccoli, generale dell’impero asburgico, che, quattro anni dopo la morte del filosofo, riceve l’ordine di Ferdinando III d’Asburgo di recarsi a Stoccolma per un’importante missione diplomatica. Il generale ha il compito di accompagnare Cristina a Roma, ma, nel corso della vicenda romanzata, Montecuccoli decide di indagare per capire le reali cause della morte del filosofo.
L’ultima parte della storia è ambientata nel presente, precisamente nel 2009 e tra i protagonisti, oltre al dottor Eike Pies, ci sono Elisabetta Palatini, dottoranda in filosofia presso l’Università di Parma, e Thomas Doyle, professore di filosofia presso la Oxford University. Partendo proprio da uno scritto lasciato da Montecuccoli, i due studiosi vogliono stabilire la verità riguardo la morte di Cartesio e decidono di trafugare il suo teschio per poterlo sottoporre al test dell’assorbimento atomico.

Daniela

martedì 8 luglio 2014

Cédric Villani, Il teorema vivente

“La mia più grande avventura matematica” è il sottotitolo di questo libro ed effettivamente quella descritta è un’avventura, un percorso intenso che ha portato Cédric Villani a dimostrare il teorema che gli è valso la Medaglia Fields. Le idee gli vengono nelle situazioni e nei posti più inattesi e gli incontri, le collaborazioni, le discussioni, il confronto con gli altri matematici non fanno che dargli nuovo materiale sul quale ragionare, mentre le critiche gli fanno ampliare i propri orizzonti. La mente di Cédric Villani lavora ovunque, mentre il sonno mette ordine tra le illuminazioni della giornata. Eppure a volte punta un po’ troppo in alto, come capita agli alunni: si aspetta di raggiungere i suoi risultati in tempi brevi e promette di essere presente a un seminario per mostrare a tutti i propri traguardi, ma i tempi sono più lunghi del previsto e, durante la presentazione, parla solo per linee generiche, perché non sarebbe in grado di sostenere un approfondimento maggiore. Gli ingredienti di questo percorso sono i più vari: l’entusiasmo che permette di sconfiggere la paura di non farcela, la passione che aiuta a realizzare le proprie ambizioni… in altre parole, il percorso è in tutto e per tutto simile al percorso di apprendimento dei nostri alunni.

Daniela

sabato 28 giugno 2014

Tullio Levi-Civita, Fondamenti di Meccanica relativistica, Zanichelli, Bologna 1982

Com’è noto, Einstein, su consiglio dell’amico Grossmann, si rivolse ai matematici padovani per risolvere alcuni problemi della relatività generale di cui non riusciva a venire a capo. Il calcolo differenziale assoluto con coordinate, elaborato da Tullio Levi-Civita e dal suo maestro Ricci Curbastro, riformulato in seguito dai due matematici in termini geometrici, con l’introduzione della derivazione covariante è infatti una componente formale fondamentale della teoria della relatività generale. Levi-Civita, dopo qualche perplessità, accolse la teoria della relatività, fornendo ulteriori contributi di fondamentale rilevanza. Il libro di cui parlo qui è la trascrizione, dovuta ad Enrico Persico, delle lezioni di Levi-Civita sulla relatività generale nel 1926 e pubblicata due anni dopo. Le esposizioni più o meno divulgative della relatività e le diverse prese di posizione scientifiche e filosofiche sulla negli anni ’20 del secolo scorso non si contano, ma questa di Levi-Civita, è particolare. Levi-Civita, infatti, lascia volutamente da parte l’elettromagnetismo e segue un’altra via, più “intuitiva”. Egli infatti prende le mosse dalla tradizione newtoniana, convinto che questo approccio consenta una più chiara visione del passaggio dallo schema classico a quello relativistico. In questo modo Civita rinuncia a ricorrere al calcolo tensoriale astratto che l’ha reso famoso in tutto il mondo ed utilizza invece formulazioni classiche, dovute a Hamilton, Jacobi ed altri. Il risultato è un’esposizione nitida, anche se tecnicamente complessa, che non concede nulla al lettore, ma che è un esempio altissimo di razionalità cristallina e di lucidità espositiva.


Renato

Stratis Myrvilis, Quaderni di guerra del Sergente Costula, Mondadori 1965

Oggi, cent’anni fa, venivano assassinati, per mano di Gavrilo Princip, il Principe Rodolfo d’Austria, erede al trono, e sua moglie. Sarà la scintilla che scatenerà l’inferno della Grande Guerra. Il mondo che si risveglierà da questa spaventosa ecatombe sarà completamente cambiato. Diversi gli assetti geopolitici, diverso il peso economico dei paesi coinvolti. Un modo per riflettere su questo evento terrificante, evitando ogni retorica, potrebbe essere quello di leggere o rileggere i romanzi che parlano di questa guerra. Alcuni sono notissimi, come ad es. Addio alle armi di Hemingway, o Un anno sull’Altopiano di Lussu, o Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque, o Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus). Ma si sono altre opere, meno note, che meritano però di essere lette (ad esempio lo splendido racconto di De Roberto, La paura, o Tra melma e fango di Rebora, oppure L’ora dei morenti di Johst). Tra queste lo splendido romanzo dello scrittore neogreco Stratis Myrvilis. L’A. sceglie di non soffermarsi sugli aspetti bellici del conflitto, come solitamente fanno i romanzi di guerra, ma di descrivere l’abbrutimento, la degradazione, la disumanizzazione cui porta la logica di guerra: marce estenuanti e spesso inutili, la vita in trincea, la presenza nauseante della morte, la perdita di dignità dell’uomo, il ricordo struggente della vita di prima, la nostalgia della famiglia. Il protagonista ed insieme a lui il lettore non capisce perché di tutta questa assurdità. Anche la sua morte sarà assurda. Con un riuscitissimo espediente letterario l’A. ci dice fin dalle prime pagine come morirà il Sergente Costula. In questo modo costringe subito il lettore a chiedersi: perché?

Renato

martedì 24 giugno 2014

Keith Devlin, I numeri magici di Fibonacci

Un simpatico libretto che ci permette di addentrarci nella storia della matematica e di approfondire le origini del nostro sistema di numerazione. Dalla nascita dei numeri fino alle scuole d’abbaco, Devlin ci descrive il ruolo di Fibonacci, Copernico della matematica, senza annoiare e con un linguaggio semplice e accessibile a tutti. Le moderne scoperte riguardo l’eredità di Fibonacci ci permettono infine di cogliere il continuo divenire della storia della matematica e di sentire la grande attualità di questa innovazione.
Simpatico il fatto che Keith Devlin ci parli di numeri – e non solo – in dieci capitoli che, come omaggio a Fibonacci, sono numerati con le “Novem figure indorum” ovvero 1 2 3 4 5 6 7 8 9 “cum his itaque novem figuris, et cum hoc signo 0, quod arabice zephirum appellatur, scribitur quilibet numerus” [con queste nove figure e con il segno 0, che gli arabi chiamano zephirum, è possibile scrivere qualsiasi numero].
“L’avventurosa scoperta che cambiò la storia della matematica”, come recita il sottotitolo, è un invito per tutte le persone di cultura: siamo tenuti a conoscere l'origine del nostro sistema di numerazione.

Daniela

sabato 21 giugno 2014

Erwin Schrödinger, L’immagine del mondo, Boringhieri, Torino 1966.

Erwin Schrödinger fu uno dei più grandi fisici teorici del XX secolo, uno dei protagonisti della meccanica quantistica. A lui, tra l’altro, si deve l’equazione, che ora porta il suo nome, che definisce la funzione d’onda solitamente indicata con la lettera greca Y, che determina probabilisticamente i risultati delle grandezze fisiche osservabili degli “oggetti” subatomici. Ma Schrödinger fu uomo di vastissimi interessi culturali, contrario ad ogni “steccato”, inteso a separare le diverse culture (egli stesso tradusse Omero in tedesco e Goethe in inglese). Questo libro è un appunto bellissimo esempio di dialogo tra le “due culture”, per citare il titolo di un famoso pamphlet di Snow. Non vi è chiaro? Ecco cosa scrive Schrödinger, (difficilmente si potrebbe essere più efficaci e chiari di così): «la nostra cultura costituisce un tutto. Anche chi ha la fortuna di avere come occupazione principale la ricerca scientifica – prescindendo dal fatto che coloro che si trovano in queste condizioni non sono i soli che la fanno progredire – costui non è solamente botanico o fisico o chimico. La mattina dalla cattedra parla bensì unicamente o quasi della sua disciplina, ma la sera partecipa a una riunione politica, sente parlare e parla di tutt’altro, oppure si trova in un circolo di persone che condividono le sue idee sulla vita e parla nuovamente d’altre cose. Si leggono romanzi e poesie, si va a teatro, si fa musica, si viaggia, si contemplano quadri, sculture, capolavori di architettura, e soprattutto si legge e si parla molto di queste e di altre cose». Evviva Schrödinger!

Renato

A. C. Crombie, Da S. Agostino a Galileo, Feltrinelli 1970

Ormai nessuno (o quasi) crede più all’immagine del Medioevo (si parla della bellezza di circa mille anni di storia),come un’epoca di ignoranza e di oscurantismo. Come sarebbero spiegabili altrimenti fenomeni letterari quali i poemi cavallereschi francesi e tedeschi, i Fabliaux, oppure Dante e Petrarca? Anche in campo scientifico il Medioevo fu tutt’altro che un’epoca di stagnazione e di ottusa e passiva ripetizione delle teorie di Aristotele e di Galeno. Pur con tutti i limiti di una scienza tendenzialmente, ma non esclusivamente, qualitativa, si cercò di dare conto, con incredibile vivacità intellettuale e autonomia di giudizio, di fenomeni estremamente complessi. Provare per credere. Si legga questa splendida, classica ricostruzione delle teorie scientifiche dovuta ad uno dei più grandi storici della scienza del XX secolo, il britannico A. C. Crombie. Con uno stile brillante ed accattivante, ma mai banale, Crombie ricostruisce, con straordinaria competenza, il dibattito scientifico nei cosiddetti secoli bui, fino alla rivoluzione galileiana. In questa meravigliosa opera si parla di fisica (si pensi alla teoria dell’impetus), di matematica, di astronomia, ma anche di meteorologia, di ottica, di geologia, di chimica, di medicina. Il quadro che ne esce è sorprendente. Nessuno, credo, può negare l’importanza della cosiddetta rivoluzione scientifica del XVI secolo, che vide Galilei Galilei tra i protagonisti assoluti, in campo fisico, ma è veramente comprensibile questa rivoluzione e il profondo mutamento paradigmatico che essa impose, senza che il terreno fosse preparato dagli scienziati medievali?

Renato

Oliver Darrigol, Electrodynamics from Ampère to Einstein, Oxford University Press 2000.

L’importanza dell’elettromagnetismo per la nascita della teoria della relatività è sempre più evidente. Del resto, il titolo della memoria di Einstein del 1905 parla da sola: Elettrodinamica dei corpi in movimento. Il legame è evidente. Esistono già eccellenti lavori sia generali, come quello di Mary Hesse, sia particolari, come quello di William Berkson, sulla storia dell’elettromagnetismo e sull’elettrodinamica, così come sulla storia dell’etere (si pensi al classico lavoro del grande matematico Edmund Whittaker che, per curiosità, cercò anche di dimostrare l’esistenza di Dio da un punto di vista matematico), ma questo di Darrigol è particolare. Convinto com’è che soltanto una ricostruzione complessiva, ma non troppo estesa, possa dare veramente conto dell’importanza della teoria elettromagnetica, Darrigol segue con attenzione gli sviluppi della teoria da Ampère ad Einstein, sulla base di questi presupposti: la prevalenza, soprattutto nella prima fase, dell’aspetto sperimentale su quello teorico (si pensi a Faraday); il difficile confronto tra elettromagnetismo e modelli meccanici, con il definitivo abbandono del meccanicismo; il confronto/scontro tra modelli concorrenti, senza indulgere né nei confronti delle letture conciliatrici, né nei confronti delle letture che tendono a radicalizzare le differenze : scuola britannica/scuola continentale, teoria di Weber/teoria di Neumann, interpretazione di Thomson/interpretazione di Maxwell. Il testo è arricchito da molti disegni estremamente chiari e da Appendici utilissime per addentrarsi negli aspetti matematici delle teorie via via presentate.

Renato