domenica 10 novembre 2013

S. Mancuso-A. Viola, Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale, Giunti, Firenze 2013.

Le piante sono intelligenti? Gli Autori, senza esitazione, rispondono di sì. Naturalmente bisogna intendersi sul concetto di intelligenza. Se, con gli Autori, si definisce intelligenza l’“abilità di risolvere problemi” e di reagire efficacemente alla pressione evolutiva dell’ambiente, allora le piante sono intelligenti. Esse infatti sono comparse sulla Terra ben prima di noi e ci sono ancora, anzi rappresentano circa il 99,5% della biomassa presente sul pianeta; sono essenziali alla nostra sopravvivenza; hanno “scelto” una struttura modulare diffusa, che consente loro di sopportare, senza danni irreparabili, che gli erbivori si nutrano di una parte consistente della loro chioma. Certo, le piante non hanno un cervello, così come lo intendiamo solitamente, ma hanno sensibilità, una sensibilità raffinata, hanno una vita sociale, sanno comunicare tra loro ed interagire “intelligentemente” con l’ambiente.

L’unica pecca del libro è che, per mortificare, giustamente, la presunzione dell’essere umano, che si crede di essere sul gradino più alto dell’evoluzione e crede di poter fare quello che vuole degli altri esseri, esagera un po’ nel negare intelligenza all’uomo. Con tutto ciò, si tratta di un libro “brillante”, interessante e godibilissimo, che ci fa capire un sacco di cose sulle piante, che neppure sospettavamo. 

Renato

G. Rensi, Apologia dell’ateismo, a cura di A. Torno, La Vita Felice, Milano 2012.

Questo piccolo libro, pubblicato originariamente nel 1925, si apre con la domanda: che cosa è Essere? La risposta inequivoca è la seguente: “essere significa ciò che si può vedere, toccare, percepire”; l’esistenza dunque è un fatto d’esperienza. Ci si potrebbe fermare qui: Dio, per definizione, è al di là dell’esperienza possibile e quindi Dio non esiste. Non ci sono prove possibili, dal punto di vista razionale, dell’esistenza di Dio. Anzi, c’è l’evidenza della non esistenza. E la fede? La fede, dice Rensi, è soltanto autosuggestione alla quale la mente deve resistere se vuole mantenersi sana, è abdicazione ai principi elementari della logica e della razionalità. Quanto agli attributi che tradizionalmente vengono riconosciuti a Dio: personalità, volontà, intelletto, bontà, ecc. si tratta di un evidente antropomorfismo. La stoccata finale arriva con l’etica. La semplice credenza in Dio, osserva Rensi, chiude ogni spazio ad un’autentica moralità libera e autonoma.

L’ateismo, insomma, “è una cosa sola con la mente sana, con la mentalità sviluppata e civile, con la capacità di ragionare correttamente, con la ragione intesa come l’opposto dell’allucinazione o dell’alienazione mentale”. Negarlo è semplicemente assurdo. Di più, a parere di Rensi, “solo l’ateismo è puro e pio, solo l’ateismo è la grande vera religione”. 

Renato

venerdì 8 novembre 2013

Alessandro Del Piero, Giochiamo ancora

"Forse è cominciato tutto con quel tema alle elementari. Cosa farò da grande? Io volevo scrivere ‘il calciatore’, però mi sembrava troppo. Cosa avrebbe pensato la maestra? Così scrissi che mi sarebbe piaciuto diventare elettricista come papà. E dissi che avrei voluto fare il cuoco, oppure il camionista."
Alessandro Del Piero in quel tema non ha avuto il coraggio di scrivere il suo sogno, eppure il suo sogno l’ha coronato, e alla grande.
In questo libro l’attaccante racconta la sua storia dopo essere maturato, dopo essere diventato un campione e un simbolo per lo Sport.
Rivive tutta la sua carriera, dall'infanzia, dalle giovanili con il Padova, fino ai venti gloriosi anni di Juventus; fermandosi spesso su aneddoti della sua vita e della sua famiglia.
Alessandro non ripercorre solo i suoi successi, ma gli sforzi, i sacrifici che lo hanno portato dal giocare a calcetto in strada con gli amici a giocare e vincere la Finale Mondiale di Berlino 2006.
Ripercorrendo tutta la carriera, Alex trasmette al lettore un’infinita voglia di lottare per ciò che si crede, per ciò che sogniamo, senza arrenderci mai.
"GIOCHIAMO ANCORA" è un libro per chi è sempre disposto a mettersi in discussione, per chi non si arrende mai, per chi è ancora in grado di sognare.


Luca Garatti, 4^B Liceo Scientifico

Søren Aabye Kierkegaard, Il diario del Seduttore

Assurdo pensare a cosa uno possa trovare in unopera di Filosofia, finché non si arriva al capitolo conclusivo. Aut-Aut, opera del filosofo danese, termina infatti con un interessantissimo scritto che narra, sotto forma di diario, di un certo Johannes, un uomo che dedica la propria vita ad adescare le donne (se avete pensato a Don Giovanni avete afferrato il concetto e capito ogni riferimento). Egli nelle sue memorie tratta la nascita del rapporto con una ragazza, Cordelia, e da ciò si può vedere in trasparenza una sottile arte, che contraddistingue l'opera di seduzione di Johannes da quella di un adescatore comune. Il filo conduttore della storia è la passione, che per un vero seduttore si esaurisce nell'attimo stesso della conquista. Invito i seduttori, o presunti tali, a leggere questo testo, così, giusto per farsi unidea di quello che si lasciano alle spalle, perché "L'amore non è un gioco".


Andrea Canobbio, 5^C Liceo Scientifico

martedì 5 novembre 2013

Anna Seghers, La gita delle ragazze morte

La storia con la s maiuscola minaccia con le sue nuvole grevi una sorridente e spensierata gita scolastica. I ragazzi di una scolaresca, come tutti i ragazzi di tutti i tempi, tentano i primi approcci amorosi, scherzano, ridono, si prendono gioco degli insegnanti. Le ragazze in particolare, covano simpatie e antipatie non prive di grazia. Questo quadro in cui il tempo sembra fermo, improvvisamente si rompe e la narratrice elenca i destini diversi, destini di morte, di quelle ragazze che nella vita hanno fatto scelte tanto diverse. La storia , la tragica storia della seconda guerra mondiale, del nazismo, ha cancellato tutto, quasi anche il ricordo che appare sbiadito come in una fotografia ingiallita.
L’autrice, Anna Seghers, nata a Magonza nel 1900 da una facoltosa famiglia di commercianti ebrei ortodossi, comunista militante, combatte l'oppressione nazista e sarà per questo costretta alla fuga e all'esilio. Muore a Berlino nel 1983 e con Thomas Mann e Brecht è la terza grande figura della letteratura tedesca in esilio.


Perché leggere questo libro? Perché è un piccolo capolavoro, un racconto pressoché perfetto.

Francesca Botticchio

sabato 2 novembre 2013

Carlos Ruiz Zafón, Marina

A far da sfondo a questo capolavoro della letteratura per ragazzi (che per ragazzi ha ben poco in realtà, se non l'incredibile scorrevolezza dello stile di Carlos Ruiz Zafon) è una Barcellona ricca di nebbie, di avventure e di colpi di scena. Oscar, il protagonista, giovane studente di un cupo collegio situato sulla cima di una collina poco distante dal centro della città, ama allontanarsi dalla sua dimora per esplorare quella fitta maglia di viuzze che solcano il pendio della collina. Vecchi palazzi ormai in abbandono e villette dal misterioso fascino tipico dell'area catalana di inizio '900 sono i luoghi prediletti da Oscar. La soave voce di una donna e le note di un grammofono attirano dentro una di queste case apparentemente abbandonate il giovane ragazzo. Una incredibile storia ai limiti della fantascienza che trascinerà Oscar e il lettore nei segreti e nei misteri di un'antica famiglia catalana. 

Consiglio questo capolavoro a tutti, in particolar modo a tutte quelle persone in cerca di un'evasione, di una fuga verso un mondo misterioso. 



"Una volta Marina mi disse che ricordiamo solo quello che non è mai accaduto. Sarebbe trascorsa un'infinità di tempo prima che potessi comprendere quelle parole. Ma è meglio che cominci dall'inizio, che in questo caso è la fine." 

Matteo Silini
Studente di Ingegneria per l'ambiente e il territorio - ex studente del Liceo Celeri

Chuck Palahniuk, Dannazione

Avete presente The Breakfast Club? Sì, insomma, la classica storia degli anni Ottanta con il Secchione, la Reginetta del Ballo, il Ribelle, lo Sportivo, e la Stramba che si ritrovano in punizione assieme. In Dannazione, The Breakfast Club si fonde con una sorta di moderna Divina Commedia, dove i cinque si ritrovano sì in punizione, ma nientemeno che all’Inferno.
Maddy Spencer, la protagonista morta in perfetto stile Palahniuk (o lo si ama o lo si odia), tra il fare lo scalpo ai baffetti di Hitler e conquistare la tiara di Caterina de’ Medici, cerca in ogni modo di parlare a Satana e dimostrare a se stessa che può ancora essere l’artefice del proprio destino.
Come in tutti i libri di Palahniuk, l’ironia si fonde con il grottesco e, in molti casi, il rivoltante. In una pagina si ride e nell’altra si rischia di vomitare la cena. Un libro non per i deboli di stomaco, insomma, ma l’approccio satirico spinge comunque alla riflessione, non in particolare sull’aldilà, ma su temi molto più giornalieri, che valgono sia per gli adulti che per gli adolescenti.

Elena Pegurri, 5^A Liceo Scientifico

venerdì 1 novembre 2013

Natalino Balasso, Dio c'è ma non esiste

Dio c'è, ma non esiste.
E' mattina presto: le sette...le sei...sei e mezza? Al diavolo, è mattina presto.
Suona il telefono...e uno.
Si risponde, è il nostro datore di lavoro...e due: rotti entrambi (sì,avete capito cosa) nel giro di ottanta secondi, e la giornata è solo agli inizi.
-Benetti abbiamo fatto una riunione e abbiamo deciso: Dio lo intervisti tu.
Forse è un sogno, uno di quelli in cui si proietta la propria immagine, che si alza e si veste e inizia un'altra giornata identica a mille altre.
-Dio? Come Dio?
Frenetico,come chi dice di avere mille cose a cui pensare, ma più che altro pensa a mille cose da dire:
-Dio! Come “come” Dio? Lui t'aspetta in enoteca, pare gli piaccia la birra al farro.
Ci si dirige al luogo dell'incontro...ed eccolo! Non si sa ancora, che è lui, ma è lui: un ometto sulla cinquantina, calvo, robusto, tanto per sfatare il mito della lunga barba bianca alla Gandalf.
Perché quest'aspetto così limitato? Dov'è la corona di luce? Come mai non si percepisce la infinita grandezza, cantata e predicata dall'uomo da tempi immemori? E che fine aveva fatto prima di oggi? E soprattutto: perché la birra al farro?
E' dai tempi di Mosè sul Sinai, che non rilascia dichiarazioni esclusive, che se ne sta lì, nel suo empireo, nel suo immenso carisma...che resuscita i morti.
Iniziamo questa conversazione padre e figlio, armiamoci d'ironia e sagacia: prepariamoci ad aprire la mente, come mai abbiamo fatto.

Andrea Serventi, 5^A Liceo Scientifico

domenica 27 ottobre 2013

M. Tomasello, Altruisti nati. Perché cooperiamo fin da piccoli, tr. it. di D. Restani, Bollati Boringhieri 2010

Perché tanti giovani e meno giovani si dedicano generosamente e disinteressatamente agli altri? Perché gli uomini collaborano? È solo effetto dell’educazione, delle istituzioni? È un fenomeno esclusivamente culturale o l’uomo, a dispetto dell’eliminabile egoismo che lo caratterizza, nasce altruista? La risposta che dà Tomasello, sulla base di accurati esperimenti di laboratorio e di una costante comparazione tra il comportamento dei cuccioli dei nostri cugini gli scimpanzé ed i cuccioli d’uomo (Tomasello è un importante psicologo evoluzionista statunitense) è che l’altruismo è una “astuzia” dell’evoluzione: il bambino è naturalmente socievole e disposto all’aiuto prima di ricevere un’educazione in questo senso da parte dei genitori. A parere di Tomasello, questa naturale tendenza all’altruismo, ci consente di chiarire meglio anche le forme di organizzazione e di collaborazione che da sempre hanno caratterizzato la civiltà umana. Il tema complesso non deve spaventare. Il piccolo libro di Tomasello, è scritto con uno stile semplice e brillante. Non sono così sicuro che gli argomenti di Tomasello siano definitivi, ma questo non toglie nulla all’interesse del libro.
Il testo di Tomasello è seguito da una breve discussione con alcuni studiosi che sostengono tesi a volte in contrasto con quelle dell’Autore.

Renato

sabato 26 ottobre 2013

Johann Wolfgang Von Goethe, I Dolori del giovane Werther

"I dolori del giovane Werther" è una storia, basata sull'amore giovanile, talmente coinvolgente e personale che chiunque mentirebbe se dicesse di non essersi immedesimato nel protagonista. Goethe, scrivendo questo romanzo in forma epistolare fonda essenzialmente la base della corrente filosofica e letteraria del Romanticismo.
 
La base del libro è una storia d'amore: chi non ne ha mai avuta una? Ma, soprattutto, chi non ha mai ricevuto una delusione da quello che pensava essere l'amore della sua vita? Goethe stesso, l'autore del libro, era rimasto deluso in amore e per questa ragione decise di redarre questo capolavoro. L'unica differenza tra lui e il suo personaggio è che Werther non supererà l'accaduto e deciderà di compiere l'estremo gesto, trovando anche molti imitatori nel mondo reale.

Se cercate Romanticismo, Passione e Amore questo è il libro perfetto per voi, o lo sarà presto.

Andrea Canobbio, 5^C Liceo Scientifico