venerdì 6 dicembre 2013

Fëdor Dostoevskij, I demoni

Grande autore russo dell’Ottocento e importante romanzo che dipinge le trasformazioni della Russia nella seconda metà di quel secolo.
Protagonisti sono i nuovi russi, i giovani rivoluzionari, figli dell’Illuminismo e delle nuove idee positiviste. Ognuno rappresenta un ideale filosofico e un preciso carattere. C’è la coscienza infelice di Hegel, l’ingegnere civile positivista, con le sue idee su vita, morte e religione. C’è il rivoluzionario nichilista;  ci sono donne curiose, desiderose di conoscere e di integrarsi nella nuova società che si sta creando.
Due i personaggi principali: Peter Stepanovič Verchovenskij e Nikolaj Vsevolodovič Stavrogin, entrambi figli di una generazione vecchia, in cui l’Illuminismo era appena entrato, e prodotto della pessima educazione che i loro padri gli hanno dato. Nelle loro differenze, questi due giovani rappresentano perfettamente la nuova generazione russa nella sua follia e nella sua voglia di cambiamento.
Questo romanzo mostra come un’idea entra nella storia e ne muta il corso. Tutto è una rappresentazione del male, della follia nascosta nella razionalità.

Asia Corna, 3 A liceo classico

giovedì 5 dicembre 2013

Ruta Sepetys, Avevano spento anche la luna

«Il male regnerà finché dei bravi uomini e delle brave donne non decideranno di agire.» Queste sono le parole della protagonista di questo romanzo che racconta la storia del popolo lituano sotto al regime di Stalin.
14 giugno 1941. Lina Vilkas, una quindicenne lituana, figlia di un professore universitario,  viene svegliata nel cuore della notte e, insieme alla sua famiglia, inizierà il viaggio peggiore della sua vita: quello della deportazione. Caricata su un treno merci insieme ad altri lituani di ogni età e condizione sociale, vedrà le atrocità commesse dai generali russi, fino ad arrivare in un campo di lavoro in Siberia. Qui, grazie al suo talento nel dipingere, riuscirà a sopravvivere e a conservare la memoria e la propria identità; costretta a lavorare fino allo sfinimento, riuscirà comunque a non perdere se stessa e a trovare l’amore. 
Questa non è una storia vera, ma si basa su reali testimonianze di lituani deportati nei campi di lavoro russi. Un libro interessante e con un finale positivo, nonostante la tematica trattata. Tematica importante in quanto racconta storie spesso dimenticate o silenziate, che invece devono avere la loro voce ed essere ricordate.

Asia Corna, 3 A liceo classico

mercoledì 4 dicembre 2013

John Grogan, Io & Marley

"Marley era un divertente, immenso scocciatore che non aveva mai capito del tutto come funzionavano i comandi. Francamente, poteva essere stato il cane più maleducato del mondo. Ma aveva afferrato intuitivamente dapprincipio che cosa significava essere il migliore amico dell'uomo."
Il giornalista John Grogan e la moglie decidono di comprare un cucciolo di Labrador per completare il loro quadro familiare. Ciò che non conoscono ancora è la spiccata vivacità e testardaggine di Marley, il "cane in svendita", che stravolgerà le loro vite e distruggerà letteralmente la loro casa, ma che allo stesso tempo insegnerà loro l'arte dell'amore incondizionato. Marley resterà per sempre nei ricordi e nel cuore dei suoi padroni.

Francesca Rovaris 4^A liceo scientifico

Dina Nayeri, Tutto il mare tra di noi



"È strano come certi ricordi scompaiano fin quando, un giorno, da soli, decidono di riaffiorare". E in fondo è quello che succede alla piccola Saba: la sua non è una vita facile, visto che si trova a combattere, piccola donna senza la sua mamma, con le restrizioni imposte dalla rivoluzione iraniana, che ha messo al potere i pasdaran.
Le mamme che ritrova al proprio fianco la aiutano ad entrare nel mondo degli adulti, mentre il papà si lascia convincere dai ricordi della sua piccola, che si ritrova sola dopo aver vissuto l'infanzia con Mahtab, sua gemella, bambina fortunata visto che, in America, si sta costruendo una professione da giornalista. O forse "La mente ci inganna per consentirci di continuare a vivere" e quei ricordi di Saba trovano il proprio senso solo alla fine del libro, quando, dopo grandi sofferenze, Saba trova la sua strada.

Daniela

Katharina Hagena, Il sapore dei semi di mela, Garzanti 2009

“C'è solo un modo per dimenticare. Ed è ricordare”: forse questo è il nucleo tematico del romanzo di Katharina Hagena, una giovane scrittrice tedesca, che ha avuto grande successo grazie al tam tam dei lettori pur essendo una opera prima.
Tutto ruota intorno al passato, a tratti misterioso, di una famiglia in cui spiccano soltanto le figure femminili. La protagonista, tornata nella casa della sua infanzia, nella Germania del nord, ritrova non solo i luoghi, le piante  ma anche i colori e gli odori del passato. Il ricordo coinvolge infatti tutti i sensi, come se fatti, odori e colori fossero inscindibilmente legati. E tutto richiama vicende, a volte drammatiche, che devono però, proprio grazie al ricordo divenire passato. Un passato in cui gli alberi di melo e il diverso profumo dei frutti fanno da leit motiv nelle vicende più importanti di tutte le donne della famiglia.Il tema del ricordo, della memoria trova un ulteriore sviluppo nella delicata figura della nonna Bertha, nel suo progressivo sprofondare nell’oblio a causa della malattia (“E chi se lo ricorda? E’ passato tanto tempo!” diceva Bertha quando parlava di cose successe una settimana, trent’anni o dieci secondi prima ).

Francesca

martedì 3 dicembre 2013

Sofja Kovalevskaja, Memorie d'infanzia

Raccontate dalla stessa protagonista, riviviamo le enormi difficoltà che Sofja ha incontrato nella sua breve vita per affermarsi come matematica in un mondo dominato – e controllato – dagli uomini. Le difficoltà che incontra da bambina per farsi amare dai genitori diventano in questo modo un banco di prova per ciò che si troverà ad affrontare nella sua vita di adulta. Le cotte adolescenziali, l’amore per la matematica, nato fortuitamente grazie alla mancanza di tappezzeria in una stanza, ce la fanno sentire vicina: una bambina come tante, che legge il mondo che cambia attorno a lei, senza avere gli strumenti adeguati per interpretare ciò che vede.

Daniela Molinari

http://www.amolamatematica.it/index.php/libri/item/469-memorie-d-infanzia

domenica 1 dicembre 2013

Eduard Moerike, Mozart in viaggio verso Praga, Passigli 2009


Mörike non è molto noto in Italia, ma è uno dei maggiori poeti lirici di lingua tedesca. Vi pare poco? Deve vedersela, tanto per fare qualche nome, con giganti come Goethe, Schiller, Hölderlin, Novalis, Heine e se la cava ottimamente. Anche le sue opere in prosa sono bellissime e tra queste spicca il delizioso romanzo breve o racconto lungo che ha Mozart per protagonista.
Nell’autunno del 1787, Mozart, insieme alla moglie Costanza, si mise in viaggio verso Praga per la prima del Don Giovanni. Mörike segue questo genio folletto della musica nel suo viaggio, attraverso piccoli incidenti (Mozart viene sorpreso a “rubare” un’arancia), dialoghi scoppiettanti, atmosfere familiari. Il racconto, delicatissimo, si rifà allo stile settecentesco e, come la personalità di Mozart, e il suo Don Giovanni – che è insieme opera buffa e dramma tragico – è pervaso da gaiezza spensierata, sulla quale aleggia però il presentimento della tragedia. Un presentimento che non è mai greve, cupo; è come il retrogusto amaro, quasi impercettibile, di un dolce raffinato, come la leggera inquietudine che accompagna talvolta certe situazioni piacevoli. È il presentimento di un mondo che sta per finire.
Il racconto di Mörike è splendente di grazia e la figura di Mozart ne esce viva, vera, autentica, umanissima.


Francesca e Renato

Chretien De Troyes-Godefroi De Leigni, Il cavaliere della carretta (Lancillotto), Ed: dell'Orso 2004


“Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse”. Come tutti sanno il libro che Paolo e Francesca leggevano “per diletto” e che spinse i due amanti a conoscere i “dubbiosi disiri” e infine a perdersi, erano le avventure di Lancillotto, il cavaliere perfetto. Con ogni probabilità Paolo e Francesca avranno letto una versione in prosa della vicenda legata al ciclo bretone. Questi romanzi, insieme a quelli che narravano il fatale amore di Tristano e Isotta, o le avventure di Parsifal, erano infatti diffusissimi all’epoca di Dante Alighieri. L’opera di Chrétien (completata da Godefroi) è invece in versi, come in versi, in ottonari con rima baciata, è la traduzione italiana. La scelta, sempre rischiosa, di tradurre in versi è motivata dall’intento, esplicitamente dichiarato, di restituire, per quanto possibile, la musica del verso di Chrétien, e, per così dire, di appropriarsene. Il risultato è davvero felice.

A questo punto potrebbe sorgere la domanda: perché mai leggere un’opera del dodicesimo secolo? I motivi sono tanti, ma il principale è quello addotto dal curatore dell’edizione italiana: perché è una bella storia, piena di avventura, amore, magia, ironia. Perché, leggendo le avventure di Lancillotto, si capiscono le parole di Francesca: “per più fïate li occhi ci sospinse / quella lettura, e scolorocci il viso”.

Renato

Tracy Chevalier, Strane creature

Margaret, Louise ed Elizabeth Philpot sono tre sorelle davvero singolari: la prima ama i balli e giocare a carte, la seconda si occupa di botanica e la terza colleziona fossili. Vivono insieme in una Londra ottocentesca, poco adatta a tre donne non sposate come loro.
Così decidono di trasferirsi a Lyme, piccolo paese costiero, ma molto pittoresco.
Lì Elizabeth stringe amicizia con con Mary Anning, giovane “cacciatrice di fossili” e figlia di un modesto ebanista. Dopo la morte di quest'ultimo, la vendita dei suoi reperti è l'unica fonte di guadagno per la famiglia.
Col tempo le due diventano inseparabili, finché un giorno Mary scopre l'intero corpo di un Ittiosauro. La ragazzina acquista fama e approdano a Lyme molti curiosi e cercatori di fossili. Tra questi, ci sono lo studioso Willam Buckland e il colonnello Birch, di cui Mary si invaghisce. Toccherà alla signorina Philpot proteggerla dai falsi adulatori e aiutarla per raggiungere il successo meritato.
Il romanzo, basato sulla vera storia di Mary Anning, non solo induce a riflettere su quanto sia rivoluzionaria la teoria dell'evoluzione, che oggi è comunemente accetta, ma sottolinea anche la condizione femminile dell'epoca. Il racconto risulta coinvolgente e e avvincente, pur trattando di creature morte.



Giulia Ravelli, 1^ A classico 

Roy Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene

Come era la vita milioni di anni fa? Quanta strada hanno dovuto fare i nostri antenati prima di arrivare ad importanti scoperte? Come hanno affrontato i problemi quotidiani? Per rispondere a queste domande, e suscitarne altre, Lewis narra le disavventure di una famiglia di uomini scimmia, alle prese con tentare di utilizzare il fuoco senza scottarsi, col cacciare ed essere a loro volta cacciati, con i continui fallimenti e le sorprendenti invenzioni, con la difficoltà dell'evoluzione e il rischio di estinzione. Tutto è accompagnato da una buona dose di umorismo che ne rende la lettura piacevole e leggera, eppure non manca di sottolineare tematiche attuali e ci fa riflettere sull'immenso contributo dei nostri avi per creare il mondo in cui viviamo oggi.


Giulia Ravelli, 1^ A classico